foto LaPresse

a scuola di sport - il foglio sportivo

A scuola di sport. Un contenuto nuovo

Mauro Berruto

Le distanze fra insegnanti e ragazzi, pur nella fisicità annullata, si sono clamorosamente accorciate oppure irrimediabilmente allontanate. Spunti per un nuovo insegnamento

Le grandi crisi non sono (sempre) opportunità, ma sempre sono grandi accelerazioni. Faccio riferimento proprio alla velocità, senza nessun giudizio. Il fatto che tutto (o almeno molto, o anche solo qualcosa) sarà diverso quando il coronavirus sarà alle spalle, non significa necessariamente che sarà meglio o peggio. Semplicemente, appunto, sarà diverso e la prima differenza sarà nel concetto stesso di velocità. Fra ciò che è stato sottoposto a un’accelerazione mostruosa non c’è dubbio che ci sia la didattica. In effetti la scuola del dopo sarà diversa, perché questo periodo di pioneristica riorganizzazione del modo di insegnare, molto spesso lasciato in mano all’iniziativa personale dei docenti, sta manifestando un enorme effetto elastico: le distanze fra insegnanti e ragazzi, pur nella fisicità annullata, si sono clamorosamente accorciate (grazie all’utilizzo di quegli strumenti che gli studenti, mediamente, maneggiano molto meglio dei loro professori) oppure irrimediabilmente allontanate. D’altra parte in ogni situazione di grande difficoltà viene fuori il meglio o il peggio di ciascuno di noi. C’è un dato, tuttavia, da cui non si può prescindere: oltre al “contenitore”, ovvero lo strumento didattico, non è questa l’occasione per una grande riflessione tesa al mettere mano a nuovi contenuti? Come potremmo, noi del Foglio Sportivo, non percepire questo spirare di un vento nuovo? Così, se i gruppi Armani, Prada, Cucinelli o Zegna hanno avuto la visione e la forza di riconvertire la propria produzione per sfornare camici e mascherine, vogliamo seguire l’esempio.

 

Questa rubrica, fino al temine dell’anno scolastico, sarà dedicata a quegli insegnanti di storia, letteratura, italiano, educazione civica, lingue, arte, scienze, matematica, musica, religione e, naturalmente, educazione fisica per provare a raccontare le proprie discipline (anche) attraverso lo sport e le sue storie. Poiché la materia di studio sarebbe infinita, proporrò di volta in volta, un tema specifico e, intorno a quello, libri e storie di sport, che possano essere utili per insegnare in un modo diverso. Un tema, un’introduzione e un archivio di pagine a cui accedere, da consultare e condividere con i propri studenti. Andremo avanti così, almeno fino alla chiusura di questo atipico anno scolastico, con la certezza che questo lavoro non avrà solo significato in questo momento di emergenza, ma che potrà essere molto utile anche per il dopo, quando avremo più “contenitori” e più “contenuti” a cui accedere.

 

Incomincio con alcuni monumentali lavori che possono essere antologie di riferimento, delle stelle polari che guidano l’intreccio fra sport, arte, letteratura, scienze (umane e non solo) nel corso della storia e ne propongo quattro. Del primo si è già parlato su queste pagine in passato: Mario Alighiero Manacorda, Diana e le Muse, vol. 1 e 2 (Lancillotto e Nausica editrice), il secondo è di Sisto Favre, Civiltà, arte, sport (Società editrice Dante Alighieri), il terzo di Donatello Santarone, Trepido seguo il vostro gioco (Zanichelli) e, infine, ideato da Alessandro Baricco e scritto dalla Scuola Holden, La seconda luna. Narrare. (Zanichelli). Quattro opere straordinarie, frutto di un comune pensiero intellettuale capace di intendere lo sport in modo trasversale. Quello che tenteremo di fare qui, materia per materia, nelle prossime settimane.

 

Tutte le puntate di "A scuola di sport"

 

Di più su questi argomenti: