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I dati
L'antiflotilla degli italiani che emigrano
Secondo la Population Division, dei 2,94 milioni di cittadini italiani che alla fine del 2024 risultavano migranti internazionali quasi il 92 per cento ha scelto destinazioni che più occidentali non si può. E Israele è il paese asiatico che accoglie più persone dal nostro paese
Il Paese più putiniano d’Europa. Così a stare a certi sondaggi l’Italia. In effetti a seguire un po’ di televisione se ne vedono di putiniani – più o meno dichiarati – tra politici, professori universitari, studiosi, gente comune. E, indirettamente, un tantino pure sulle piazze. Palestina libera. E l’Ucraina? L’Ucraina può attendere. Il signor Conte, anche se si parla di ritardo del Mezzogiorno, trova il verso di infilare nel discorso, arrotolando le parole e spalancando gli occhi come a voler inchiodare l’interlocutore, “il criminale di guerra Netanyahu”, ma dal suo vocabolario politico è stato rimosso Putin. Putin? Chi è costui?
Ma insomma, fuor di metafora, per un Israele maledetto, la Russia la sfanga alla grande – sembrerebbe. Poi però, ecco, arrivano loro: i dati, le cifre, i numeri, insomma le statistiche. E la concretezza della realtà si riappropria della scena spingendo le immagini a uso telecamere nel ruolo che compete loro: apparenze che si sfaldano come fiocchi di neve quando toccano l’asfalto. Perché, a proposito degli occhi spalancati di Conte, anche i nostri si sono spalancati andando prima a ricercare, poi a leggere e infine a meditare bene le destinazioni dei 2,94 milioni di italiani che alla fine del 2024 risultavano migranti internazionali, ovvero che abitavano da almeno 12 mesi in paesi che non erano l’Italia. Perché naturalmente come prima cosa abbiamo scorso la lista dei paesi fino ad arrivare alla Russia. Di Putin. Mio Dio, siamo portati a immaginare il putinismo dilagante entro i nostri confini, e chissà quanti di questi quasi tre milioni di italiani sono andati a finire nelle terre sterminate, – ma che pure non gli bastano affatto – del nuovo zar. E invece eccoli: la miseria di 2.099, lo 0,7 per mille dei migranti italiani. Nemmeno un italiano su mille di quanti lasciano l’Italia sceglie la Russia. Insomma, nessuno. Nessuno? Possibile? Possibile. Una manciata di italiani, dei tre milioni che hanno lasciato la penisola, s’è accasata in Russia.
Se è per questo, gli italiani non si sono minimamente dannati neppure a scegliere la Cina, dove si sono stabiliti in 4.682 in una popolazione di 1,4 miliardi di persone, un italiano ogni 300 mila e passa cinesi, vallo a scovare. E questo mentre sono in 6.174 gli italiani tra i 9 milioni di abitanti Israele: il paese dell’Asia, nonostante la sua ridotta popolazione, con più italiani (donne, in forte maggioranza: eccezione assoluta tra gli italiani all’estero. Qualcosa vorrà pur dire). Che invece, e qui i pensieri si fanno più delicati e accorti, silenziosi, evitano di stabilirsi in quello che la Population Division, alla quale si devono questi dati, chiama (già da prima che lo riconoscesse la Chiesa) State of Palestine.
Ma, si sarà capito, la “ciccia” dell’emigrazione italiana sta da tutt’altra parta. E dove? Ma nell’economicamente e socialmente avanzato, nell’ospitale e libero occidente – è perfino inutile aggiungere. Ed ecco allora la graduatoria delle nostre destinazioni preferite: Germania, number one delle nostre destinazioni con 437 mila italiani, a seguire gli Stati Uniti con 361 mila, Francia 304 mila, Svizzera 274 mila, Canada 183 mila, Spagna 167 mila, Australia/Nuova Zelanda 155 mila. I due terzi dell’emigrazione italiana si concentrano in questi soli sette paesi. Più generalmente: due milioni dei 2,94 milioni di migranti italiani risultavano abitare alla fine del 2024 in Europa e 550 mila nell’America del Nord. Considerando anche l’Australia/Nuova Zelanda, più di 2,7 milioni di italiani – pari a 92 su 100 di quanti hanno lasciato l’Italia nelle nuove migrazioni di questi anni – hanno scelto destinazioni che più occidentali non si può.
Un altro 6 per cento ha scelto l’America Latina, sentimentale destinazione dei flussi dei migranti italiani di un’altra epoca. Asia, Africa, America Centrale e Caraibica tutte insieme raggranellano a malapena il restante 2 per cento dei migranti italiani. Se poi consideriamo che la nuova emigrazione dal nostro paese è fatta in buona parte di giovani con alti titoli di studio, che magari agitavano le bandiere palestinesi in qualche piazza, ecco la conclusione: gli italiani che emigrano sono pragmatici, l’ideologia sta a zero. Niente chiacchiere e distintivo. Quasi un’antiflottiglia.