Foto Ansa 

la nuova serie dei ferragnez

Da Giambruno a Fedez: le grandi donne alle prese con i loro uomini yorkshire

Ginevra Leganza

Riecco la conclamata e non più inedita maschera del maschio incontinente. Ma se il giornalista-concubino nell’incontinenza è genuino, rapper e influencer lo sono meno

Dalla premier all’influencer, più degli uomini sono i maschi incontinenti, oggi, a preferire le bionde. In principio fu Sanremo, col bacio alla francese di Fedez e Rosa Chemical. Col rapper che non ci poteva stare un passo indietro alla moglie. E se già allora la misura ci sembrò colma, il meglio doveva ancora venire. Dei Ferragnez arriva infatti la nuova serie Amazon, con tutte le sfumature di bionditudine e potere, inquietudine e pianti. Tanti pianti. E c’è appunto Fedez che piange sempre e che a un certo punto si ritrova a Parigi. Guitto che manco Totò. E’ in visita dalla moglie quando davanti a un consesso di dame in Schiaparelli dice: “Stanotte io e Chiara abbiamo fatto una cosa che non facevamo da tempo: ci siamo schiacciati i punti neri a vicenda. Anzi no, abbiamo scopato”. Silenzio. Ed ecco la regina bionda col maschio che in punto di demenza le ruba la scena. Ma oltre Sanremo, dicevamo, c’è di più. Si faccia un piccolo sforzo e le si prenda come vite parallele, quelle di Giorgia e Chiara. Vite segnate non dalla sola chioma ma pure da una croce, la stessa. Perché dall’episodio 1 della serie, come da Rete 4, si capisce che le due sono unite da quel tipo di maschio che hanno scelto e che, accidenti, proprio non ce la fa. Non ce la fa a starsene zitto, fermo, sodo, e si lascia andare invece a flussi di coscienza e incoscienza. Talché dai consigli antistupro di Andrea Giambruno – consigli sensati ma incauti, vista l’ipersensibilità delle armocromate – sino alla posa more ferarum di Fedez e Chemical, sempre lì siamo.

Siamo sempre alla conclamata e non più inedita maschera del maschio incontinente. Con un’unica differenza. Ché se il giornalista-concubino nell’incontinenza è genuino, rapper e influencer lo sono meno (giacché simulano litigi su Amazon non meno dei doggystyle a Sanremo), e tutto per manutenere la baracca. Anche se poi, nella loro finzione, i Ferragnez codificano la realtà meglio di politici e giornalisti: fissano cioè le maschere sociali della donna “pilastro”, come si autodefinisce lei, e del pupone impazzito, lui. Ovvero dell’oltredonna e dell’uomo-bambino: del maschio che s’atteggia a cucciolo di yorkshire e si dimena a destra e sinistra perché ancora non ha capito chi comanda. Ed è così che all’Ariston si vede lui che bacia lui, ché di lei non ne può più, e su Rete 4 si vede lui, cioè l’altro, il Principe Filippo di Mostacciano, che come il consorte della Regina è già inchiodato al complesso ruolo di gaffeur. Gaffeur dimesso, s’intende. Come quando suggerisce al ministro della salute tedesco, Karl Lauterbach, di non venire in Italia, di farsi le ferie nella Foresta Nera. (Nota bene: nessuno è comparabile al cazzeggio reale del grande Filippo, ma Elisabetta II resta il canone di riferimento per maschi incontinenti e femmine potenti).

Comunque, il fatto è evidente. Ed è che c’è qualcosa, nel potere femminile, che lui non sopporta, che lo turba all’idea di casa e pappe mentre lei tira su la manovella. Sarà questo il mondo al contrario, chissà. O sarà la prevalenza del maschio irrequieto. Che da sempre, o almeno dal Natale di Roma, si farebbe ammazzare pur di fare un passo avanti e non indietro. E vabbé che Mae West – sempre regina (della battuta) e sempre bionda – lo diceva che il matrimonio è una carriera e che due carriere insieme non si possono mescolare. Che non si possono mescolare ministri imprevedibili, follower incontentabili, pappe, pupi e pure puponi. Maschi nevrili che fingono di accettare il di lei power ma che in fondo hanno sempre bisogno di contentini. Ovvero attimini di gloria. E se il canone è appunto Elisabetta e non Caterina – Caterina la Grande che il marito lo imprigionava a Ropša (andate a vedere la mappa) – ecco che forse tocca di nuovo alle donne fare un passo indietro. Non dal potere, ma dall’uomo. Elisabetta per Elisabetta, più che la seconda urge riconsiderare la prima. Opzione Elisabetta I.

Di più su questi argomenti: