trasporti e infrastrutture

L'Italia del no: con chi prendersela quando leggerete “traffico a rilento”

Giuseppe De Filippi

L’indice di sostenibilità dell'affollamento di macchine lungo le principali autostrade dell'Italia ha più volte sfiorato la saturazione. Il problema è che queste strade sono state pensate, progettate e costruite in base ai livelli di 50 anni fa

Negli ultimi giorni, gli effetti di alcuni fattori concomitanti, politici (l’Austria che blocca il Brennero), ambientali (frana sull’autostrada A43 nella Savoia francese), manutentivi (sia al Gottardo, sia nel tunnel del Monte Bianco), hanno limitato per qualche tempo le possibilità di scambi via terra tra l’Italia e il resto d’Europa, mettendo drammaticamente in evidenza la debolezza strutturale del nostro sistema dei trasporti. Ma lo stress per la rete dura da anni. Il fattore che calcola l’indice di sostenibilità del traffico lungo le maggiori direttrici nazionali ha fatto segnare più volte condizioni vicine alla saturazione, cioè l’incapacità di accogliere un veicolo aggiuntivo senza forti penalizzazioni in termini di velocità di scorrimento e di efficienza in generale.

Ma se i valichi sono nodi strutturali naturali e l’unica soluzione è o il raddoppio di quelli esistenti o l’aggiunta di nuovi passaggi, per la rete autostradale c’è da considerare il rafforzamento dell’intera infrastruttura, pensata per i livelli di traffico di 50 anni fa. I punti critici maggiori, se stiamo alla rete Aspi, sono quelli di Genova, Firenze e Bologna. Nel primo, i tempi di percorrenza sono tra 7 e 10 volte superiori allo standard massimo, con 270 casi recenti di quasi saturazione. Mentre nella Genova Serravalle  la saturazione si è sfiorata 350 volte. A Bologna dati simili. Nel nodo autostradale della A14 i tempi di percorrenza nelle ore di punta sono tra 4 e 6 volte superiori agli standard e la saturazione ha fatto capolino in 300 casi.

E problemi dello stesso genere si registrano sulla Firenze-Pistoia. Le risposte sono note. E si chiamano Gronda di Genova, Passante di Bologna e rafforzamento della A11 nel nodo urbano di Peretola. Tre opere per le quali finalmente si vede qualche possibilità  di realizzazione. Il traffico merci su gomma è destinato a restare sui livelli attuali, circa 70% del totale anche investendo sugli altri modi di trasporto e rafforzandoli, a partire dalle ferrovie. Ma la competitività del paese sarebbe minata se ai valichi e alle strozzature naturali continuassimo ad aggiungere valichi virtuali e strozzature create dall’inefficienza della rete.

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