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Editoriali

Antidoti contro un'Italia bloccata. I punti critici sono Genova, Firenze e Bologna

Redazione

Brennero, Monte Bianco, A43. E’ ora di curare le vulnerabilità delle nostre strade, incapaci di accogliere un veicolo aggiuntivo senza forti penalizzazioni di scorrimento e di efficienza in generale

In questi giorni gli effetti di tre fattori concomitanti, politici (l’Austria che blocca il Brennero), ambientali (frana sull’autostrada A43 nella Savoia francese), manutentivi (sia al Gottardo, sia nel tunnel del Monte Bianco), hanno fortemente limitato le possibilità di scambi via terra fra l’Italia e il resto d’Europa, mettendo in evidenza la debolezza del nostro sistema dei trasporti. Ma lo stress per la rete dura da anni. Il fattore che calcola l’indice di sostenibilità del traffico lungo le maggiori direttrici nazionali, quindi prima di arrivare ai valichi, ha fatto segnare più volte condizioni vicine alla saturazione, cioè l’incapacità di accogliere un veicolo aggiuntivo senza forti penalizzazioni in termini di velocità di scorrimento e di efficienza in generale.

Ma se i valichi sono nodi strutturali naturali e l’unica soluzione è o il raddoppio di quelli esistenti o l’aggiunta di nuovi passaggi, per la rete autostradale c’è da considerare il rafforzamento dell’intera infrastruttura, pensata per i livelli di traffico di 50 anni fa. I punti critici maggiori, se stiamo alla rete Aspi, sono quelli di Genova, Firenze e Bologna. Nel primo, i tempi di percorrenza sono tra 7 e 10 volte superiori allo standard massimo, con 270 casi recenti di quasi saturazione. Mentre nella Genova-Serravalle la saturazione si è sfiorata 350 volte. A Bologna dati simili. Nel nodo autostradale della A14 i tempi di percorrenza nelle ore di punta sono tra 4 e 6 volte superiori agli standard e la saturazione ha fatto capolino in 300 casi.

E problemi dello stesso genere si registrano sulla Firenze-Pistoia. Le risposte sono note. E si chiamano Gronda di Genova, Passante di Bologna e rafforzamento della A11 nel nodo urbano di Peretola. Il ministro competente, Matteo Salvini, non dovrebbe far passare un giorno senza occuparsene. Il traffico merci su gomma è destinato a restare sui livelli attuali, circa il 70 per cento. Ma la competitività del paese sarebbe minata se ai valichi e alle strozzature naturali continuassimo ad aggiungere valichi virtuali e strozzature create dall’inefficienza della rete.

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