Immagine dal Ministero dei Trasporti

Roma Capoccia

Pd e ambientalisti contro l'Autostrada Roma-Latina. Semplicemente assurdo

Gianluca Roselli

La nomina di un commissario straordinario ha scatenato le contestazioni di ambientalisti e residenti. Una vicenda che va avanti da vent'anni e che ha sempre più dell'incredibile

Se ne torna a parlare. Perché è stato nominato un commissario straordinario. Mentre Matteo Salvini, da ministro delle Infrastrutture, ha promesso che “sarà il prossimo cantiere a essere aperto”. Parliamo dell’autostrada Roma-Latina, opera attesa da una ventina d’anni. Perché è alquanto incredibile che la strada principale che collega Roma all’unico comparto industriale della regione debba essere la Pontina, una delle più mal messe d’Italia, dove, tra avvallamenti e strettoie, manca addirittura la corsia d’emergenza. Per non parlare dell’inferno del weekend, quando viene presa d’assalto dai romani diretti a Sabaudia e al Circeo.

   

Breve passaggio storico. Definita “corridoio intermodale tirrenico”, il progetto affonda le sue radici nella legge obbiettivo del 2001, ma tra lungaggini e intoppi burocratici, viene messo a bando dieci anni più tardi, nel 2011, da Autostrade del Lazio. Il Cipe stanziò 460 milioni, poi arrivati a 645, ma ora il costo è lievitato a oltre 1 miliardo. Nel 2016 vince la gara il consorzio spagnolo Sis ma, per via dei ricorsi, nel 2018 il Consiglio di stato annulla tutto. Poi però, e siamo agli anni recenti, non si procede più a una gara ma si decide per il commissariamento e, col governo Meloni, a gennaio è arrivato Antonio Mallamo (ex Astral). Che, muovendosi sul modello Ponte Morandi, vuol riprendere il vecchio progetto, contestato da ambientalisti e residenti.

 

“Meglio prevedere una messa in sicurezza della Pontina: si spenderebbe di meno e ci sarebbero meno vincoli ambientali ed espropri. Al contempo si può pensare a un corridoio ferroviario parallelo per il traffico merci, così da decongestionare il traffico su gomma”, osserva il dem Roberto Morassut. Sul miglioramento della Pontina concorda il verde Angelo Bonelli. “Si può allargare, metterla in sicurezza, con la corsia di emergenza e ingressi non più a raso come adesso. Si centrerebbe l’obbiettivo di dotare la regione di un’infrastruttura importante senza devastare l’ambiente”, sottolinea Bonelli. Che pensa anch’egli a una ferrovia in parallelo, ma per i pendolari, un trenino leggero “per tutti quelli che fanno su è giù da Roma”. O che dalla Capitale si recano a Pomezia e Aprilia, dove c’è il farmaceutico, la logistica, l’industria e l’agro-alimentare. Altra questione è il pedaggio: un’autostrada a pagamento rischierebbe di restare deserta (come la lombarda “Bre-be-mi”), con molti automobilisti a optare per la vecchia (e gratuita) Pontina.

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