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Aperinvettiva

Contro i barbari dell'aperitivo, fanatici del Pos che devastano le nostre città

Camillo Langone

Sfidano la libertà: sono quelli che stanno all’esterno anche d’inverno e siccome birrette e spumantini non bastano a scaldarsi devono stringersi intorno al fungo, il piccolo velenoso nemico della sovranità energetica. Se i tavolini all’aperto venissero vietati potremmo risparmiarci un rigassificatore, forse due

Li ho sempre detestati e adesso che pretendono di pagare con la carta li odio proprio, quelli dell’aperitivo. Sono quelli che bevono lo spritz o il prosecco da autoclave, un vino serio mai, sono persone ma si comportano come cavallette, ai vignaioli italiani fanno più danni delle tignole e della grandine. Sono quelli dell’apericena, il miserabile, gastritico surrogato della cena vera, della cena come Dio comanda ossia comodamente attovagliati. Sono quelli le cui serate si riducono pertanto a un susseguirsi di preliminari, senza concludere mai (sono gli amici molesti che mi invitano a un aperitivo alle nove: un orario studiato, penso, per andare a letto senza cena e però semiubriachi). Sono quelli che moltiplicandosi hanno prima invaso e poi occupato stabilmente i centri storici, quelli che a forza di tavolini sbilenchi e sedie plasticose hanno rubato i posti auto a noi residenti, costretti a parcheggiare in divieto e a prender multe per la gioia delle amministrazioni comunali che ai localari tutto consentono. E ci sono vie dove non si passa più nemmeno in bicicletta.

 

Sono quelli che stanno all’esterno anche d’inverno e siccome birrette e spumantini non bastano a scacciare i brividi devono stringersi intorno al fungo, il piccolo velenoso nemico della sovranità energetica che costringe i baristi a riscaldare sia il bar sia la strada, con l’efficienza immaginabile: se i tavolini all’aperto venissero vietati potremmo risparmiarci un rigassificatore, forse due. E quando il fungo non basta gli spritzomani si proteggono dietro plastiche repellenti, verande oscene che trasformano in bivacchi le nostre piazze rinascimentali, le nostre vie medievali… Barbari. Sono quelli che ingrassano i piccioni: le patatine rancide degradano per metà, la metà ingurgitata, lo stomaco umano e per metà, la metà che cade in terra, il quartiere, ridotto a latrina di uccelli luridissimi. Sono quelli che a notte fonda ululano sotto le finestre di chi deve alzarsi presto: ma loro a che ora si svegliano? Prendono tutti il Reddito di cittadinanza? Sono elettori di Giuseppe Conte? Passeranno con Elly Schlein che oltre al Reddito difende i raduni? Sbevazzano a carico dei genitori o dei contribuenti?

Sono quelli che aizzati dalla sinistra tecnocratica (banchieri di tutto il mondo unitevi!) adesso vogliono pagare anche l’Aperol col denaro digitale, il mezzo di pagamento più amato dal compagno Xi e dall’ayatollah Khamenei (in Cina e in Iran se sgarri possono bloccarti il conto, e sei un uomo morto). Sono quelli che dopo la città vogliono bersi la libertà.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).