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Edicole & balocchi

I giochi allegati alle riviste, per chi vuole educare i figli a comprare Limes sin dai 9 anni

Arnaldo Greco

Il caso di Playmobil Magazine e gli altri: quando i giocattoli dovrebbero far venire voglia di leggere. Anche se per i bambini i giornalini sono solo packaging

Quando si constata, sempre con un pizzico di serioso rammarico, che ormai le edicole assomigliano a empori e suq, uno dei bersagli privilegiati dei j’accuse, perché uno dei più facili naturalmente, sono i giocattoli. In effetti diversi edicolanti dedicano ormai tale cura all’allestimento degli scaffali su cui poi esporre la mercanzia varia, che certe edicole sembrano aprirsi alla vita e alla strada al mattino come bassi napoletani. E chissà che presto qualche lettore non chiederà anche l’installazione di pratici divani per dare una scorsa rapida alle riviste prima di decidersi definitivamente sull’acquisto.

Ma proprio per questa ragione, nelle migliori edicole – lo diciamo in onore ai “migliori negozi di giocattoli”, immancabili e inspiegabili in ogni reclame da che ne esiste memoria – i giocattoli sono odiati. Perché sono ingombranti e soprattutto – orrore – spesso si presentano senza niente da leggere, solo racchiusi in bustine e sacchetti (in buona parte dei casi neanche trasparenti così che, maledizione delle maledizioni, possa capitare perfino di acquistare degli inutili doppioni). Non così, però, il bimestrale Playmobil Magazine o i suoi cugini Playmobil Novelmore e Playmobil Pink che, come evidente dal titolo, si presentano innanzitutto come riviste e solo marginalmente allegando “i più famosi action figure di sempre!” (così, almeno, i Playmobil si autodefiniscono).

Naturalmente per il bambino il discorso è del tutto inverso: accompagna il genitore a comprare il giornale e pretende il suo bel premio. Vede un giocattolo più grande degli altri e lo sceglie, pazienza se appare più grosso perché la rivista, a quel punto, si scopre essere anche un furbo espediente di marketing: accoppiarla al giocattolo rende il prodotto finale più visibile e sostanzioso, cosa che fa felice il bambino, ma anche il genitore (che non guasta, visto che assieme costano la bellezza di 7,90 euro€). Così il genitore è felice di aver insegnato un gesto nuovo al bambino e sogna, un giorno, magari presto, di vederlo tornare da solo in edicola e invece delle figurine comprerà Limes, già a nove anni (forse potrebbe comprare Limes assieme a Playmobil magazine, altrimenti i compagni lo isolano).

Invece il bambino non prende minimamente in considerazione il giornalino, non lo vede proprio, per lui è solo altro packaging, e butterebbe tutto. Anzi, ha già buttato tutto, e tocca recuperare il giornale dalla carta perché dentro ci sono le istruzioni di montaggio degli allegati. Solo a quel punto il genitore ricorda quando era lui il bambino che accompagnava mamma o papà all’edicola e si faceva comprare una di quelle assurde buste con sorpresa che, negli anni Ottanta e Novanta, promettevano selve di giocattoli e, in realtà, contenevano solo scatolette che a loro volta racchiudevano confezioni al cui interno c’erano ulteriori involucri. Nessuno ha mai trovato una sorpresa reale. Né ha colto il segreto del packaging. 

L’ultimo numero di Playmobil magazine regala, invece, un operaio impegnato nella demolizione di un edificio, con un candelotto di dinamite e uno di quei congegni per provocare esplosioni simili a un secchio. Nelle pagine della rivista due poster dello stesso personaggio, alcuni giochi di enigmistica e anche due storie a fumetti. Personalmente sono un grande fan di questi fumetti che meriterebbero davvero un’attenzione diversa da parte dei ragazzini, perché sono piccoli esperimenti di un hard-boiled per bambini davvero notevoli.

In quest’ultimo numero, per esempio, l’operaio demolisce un palazzo che è chiaramente uno dei “Sette palazzi celesti” di Anselm Kiefer dell’esposizione permanente dell’Hangar Bicocca (rimando alla mia pagina Instagram per chi non ci credesse). Insomma, demolire un’opera d’arte che, tuttavia, è già a sua volta la parodia di un edificio pericolante, nascondendo tutto in un fumetto per bambini… Siamo dalle parti delle grandi trovate degli “Esercizi di stile” di Queneau.

Playmobil Novelmore esce, invece, allegando uno scheletro armato di elmo, scudo e spada (Novelmore per chi, incredibilmente, non lo sapesse è l’ambientazione fantasy alla “Game of Thrones” dei Playmobil. Ha anche una versione animata che, tuttavia, non solo non si avvicina a GoT, ma neanche ai risultati delle animazioni della Lego). Ultimo della famiglia, il Playmobil Pink Magazine, dove, non prendetevela con chi scrive, Pink sta proprio per quello che potreste immaginare. Si presenta, nell’ultimo numero, regalando come allegato il personaggio di una parrucchiera, munita di forbici, phon e pettine. Nelle pagine della rivista, oltre a consueti fumetti e ai giochi, anche una guida per imparare “come fare la treccia”. Negli ultimi numeri una veterinaria con puledro e la sposa con il bouquet di fiori.

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