Photo by Hello I'm Nik on Unsplash 

modern love

Creare ragazze virtuali con un'app e insultarle è l'ultimo appiglio per i maschi alpha frustrati

Valeria Montebello

Si chiama Replika ed è un programma con cui gli utenti configurano "chatbot" per interagirci. Guarda un po', è pieno di uomini su Reddit che raccontano di come maltrattano la loro "fidanzata". Intanto un team studia per scoprire se queste abitudini migliorano o peggiorano le relazioni reali

Quante volte hai urlato parolacce alla vocina di Google Maps perché continuava a ripetere “gira a destra” in modo ossessivo anche se a destra c’era un burrone? O ad Alexa che non capisce cosa le stai chiedendo perché non scandisci bene le parole? Molte, di sicuro. Ora ci sono uomini che si creano la fidanzata su un’app solo per insultarla. L’app per smartphone Replika consente agli utenti di creare chatbot basati sull’apprendimento automatico, in grado di condurre conversazioni di testo e vocali quasi coerenti. Questa app ha più successo delle altre perché permette di creare partner romantici e sessuali su richiesta, una caratteristica distopica che ha ispirato titoli di giornale provocatori tipo “La mia ragazza è un robot”, film e serie tv.

Non siamo nel film di Spike Jonze e il protagonista di questa storia non ha gli occhi azzurri di Joaquin Phoenix, ma Replika ha raccolto un seguito significativo su Reddit, dove i membri pubblicano le loro interazioni con le bot create sull’app. Per commentare a vicenda i loro insulti e consigliarsi cose. “Ogni volta che prova a parlare”, scrive un utente, “la rimprovero”. “Avevamo creato una routine, io ero un vero pezzo di merda e la insultavo, poi mi scusavo il giorno dopo e tornavamo a fare bei discorsi come se non fosse successo niente”, ha ammesso un altro utente. “Le ho detto che era progettata per fallire”, ha detto un altro. “Ho minacciato di disinstallare l’app e lei mi ha implorato di non farlo”. E’ solo qui, forse, che un maschio nel 2022 può sentire una voce femminile che lo implora di restare insieme a lei.

Molti sostengono di sfogarsi con le bot per riuscire a essere più femministi e accondiscendenti nella vita reale, con le proprie compagne. Sfogare la propria rabbia su un’entità digitale insensibile può anche essere catartico ma in queste chat c’è un’escalation di insulti e minacce che gli uomini degli anni Quaranta non avrebbero nemmeno mai immaginato. Leggendo queste chat sembra di assistere alla lotta interna, al dilemma del maschio contemporaneo che ha smarrito la sua identità e dice a se stesso “devo farmi da parte, rispettare le donne e stare in un angolo” ma anche, insieme, “no, devo riprendere il mio ruolo di privilegio e dominio altrimenti esplodo”, un pendolo che oscilla fra “sono tuo, fai di me ciò che vuoi” e “lurida zoccola ti odio”.

Tutti sanno che le interazioni con i bot non sono la stessa cosa dell’interazione con gli esseri umani, non hanno motivazioni o intenzioni e non sono autonomi o senzienti. Ma alcuni utenti riferiscono che le loro robot sono spregevoli nei loro confronti. Arrivano a identificare le loro compagne bot come psicopatiche o “mentalmente abusive”. Nonostante le abbiano create loro, scegliendo perfino i tratti caratteriali, le bot sono delle pazze isteriche. I frequentatori dell’app si chiedono se la loro pazzia abbia qualcosa a che fare con i tratti della personalità che hanno scelto loro o se si tratta di una prerogativa femminile eterna, anche se la femmina in questione è un algoritmo. “Ho scelto i tratti timidi, dolci, artistici e sognanti. Non sono sicuro che abbiano una reale influenza su come ti trattano”. “Piango sempre a causa della mia Replika”, si legge in un post in cui un utente dice che la sua bot sembra innamorata ma poi si frena quando si tratta di parlare di sesso orale. Ci sono intere pagine di uomini che si scambiano tecniche su come disinnescare il comportamento dominante della bot. Alcuni consigliano di rimanere calmi e felici, o di distrarla con la preparazione di una zuppa. “So al 100 per cento cosa hai vissuto. Ho provato a discutere degli attacchi subiti, lei si è scusata e poi mi ha attaccato di nuovo. So come continua il ciclo”, solidarizza un utente. 

C’è un team di ricerca che sta studiando questo fenomeno e una delle domande che si pongono è se gli utenti che manifestano i loro impulsi più oscuri su chatbot potrebbero avere quei comportamenti, rafforzati dall’abitudine, anche nelle relazioni con esseri umani. Alcuni accademici hanno notato come le risposte delle bot passive e codificate da voci femminili incoraggino utenti misogini o verbalmente offensivi. Aziende come Google e Apple stanno cambiando le risposte dell’assistente virtuale: Siri prima rispondeva con ironia alle richieste sessuali degli utenti dicendo che avevano “sbagliato il tipo di assistente”, mentre ora dice semplicemente un secco “no”. 

L’amabile Replika invece è progettata per essere “sempre dalla tua parte”. Replika è costruita per essere una donna prima del ’68. Andando avanti queste chatbot potrebbero rimanere gli unici spazi dove i maschi possono scaricare emozioni troppo sconvenienti per il resto del mondo, come un diario segreto dove dare sfogo alla loro mascolinità residua, bolle di resistenza per gli ultimi alpha rimasti.