Fuori le tette da qui!

Giulia Pompili

Walmart toglie Cosmopolitan dalle casse: troppo hot. Non è censura, è che il mercato ormai lo fa il #MeToo

Roma. C’erano una volta le edicole. Quei luoghi in cui si vendevano i giornali, ma non solo i quotidiani, pure i settimanali, i mensili su caccia e pesca, le buste sorpresa, gli album e le figurine. C’erano una volta le edicole e pure quegli angoli un po’ nascosti, dove l’occhio non arrivava facilmente, fatte di copertine erotiche e soft porno. Qui da noi, il problema #MeToo non si è nemmeno posto, visto che a chiudere sono state direttamente le edicole, figuriamoci certe pubblicazioni. In America, invece, dove alcuni settimanali sopravvivono e le riviste si vendono pure nei supermercati (come peraltro in ogni paese civile) è tornato più vivo che mai il problema delle copertine con le tette. Walmart, la più grande catena retailer americana, ha deciso per esempio che d’ora in avanti la storica rivista femminile Cosmopolitan non verrà più esposta davanti alle casse dei suoi cinquemila negozi, ma in un angoletto buio lontano e coperto agli sguardi indiscreti. La National center on sexual exploitation, associazione no profit di New York che si occupa di celare oscenità e pornografia agli occhi dei più sensibili, ha ufficializzato per conto di Walmart la decisione e in un comunicato ha detto che questa è arrivata a seguito di un dialogo costruttivo proprio con loro, grazie anche al movimento #MeToo: “La rimozione di Cosmo da parte di Walmart dalle casse è un passo in avanti e significativo verso la costruzione di un ambiente in cui donne e giovani sono considerati come esseri umani, e non come oggetti sessuali”, ha detto la direttrice dell’associazione Dawn Hawkins.

 

Walmart è una multinazionale tradizionalmente molto vicina alle cause dei conservatori. Negli ultimi anni ha investito almeno due milioni di dollari in varie campagne elettorali, sempre sostenendo candidati conservatori. Ma la crisi c’è per tutti, e sono consumatori pure i democratici. Spiegava ieri un sondaggio di YouGov che negli ultimi cinque anni l’azienda ha iniziato a porre più attenzione ad alcune istanze sociali di segno diverso, come il salario minimo, la libertà religiosa, i la parità di genere. Walmart vende pure le armi, ma dopo la strage nella scuola di Parkland, in Florida, ha deciso di alzare l’età di chi vuole acquistare una pistola a ventuno anni, ricevendo il plauso dei democratici. Secondo il sondaggio pubblicato ieri, adesso il 52 per cento dei democratici vede “positivamente” gli acquisti nel negozio, rispetto al 44 per cento di cinque anni fa.

 

La censura di Cosmopolitan rischia però il cortocircuito. Mentre l’editore Hearst va fiero della linea editoriale della rivista, che da sempre si occupa di temi per donne, diciamo così, emancipate, secondo i gruppi conservatori e antipornografia certi temi fanno male alle giovani donne, che rischiano di finire schiave del patriarcato interiorizzando un’idea sbagliata della femmina. La copertina di questo mese, per esempio, è dedicata a Cardi B, rapper americana che effettivamente non passa inosservata. Un’intervista “senza censure”, in cui spiega come dare una scaldata al sesso, “Gli altri titoli di prima pagina”, scriveva ieri il New York Times, “assicurano consigli imperdibili su sex toys e preliminari, i segreti delle coppie super-affiatate e questo teaser: ‘Potresti essere colpevole di micro-cheating? E lui?’”– dove per micro cheating si intende quella zona grigia tra il flirt online e il rapporto consumato. Difficile capire se sia più #MeToo lasciare che Cardi B si esprima come vuole, che Cosmopolitan tenga la sua linea editoriale spregiudicata, oppure se finalmente il movimento iperfemminista antimolestie abbia gettato la maschera e mostrato la sua vera natura: conservatrice e censoria. “Come non piacere a una donna moderna, femminista e che pensa al sesso in modo positivo nel 2018?”, ha scritto Michelle Ruiz su Vogue, “Togli Cosmopolitan dalle casse del più grande rivenditore del paese. Il paese reale questa settimana ha fatto l’ennesimo passo in avanti verso la sua lenta e sicura conversione nel ‘Racconto dell’Ancella’”.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.