Falkland / 9 Il Messico è il Messico ma non è soltanto il Messico. Il Messico e la Copa America sono le parallele del futbol bailado. Non si incontrano mai. Zero gol. Zero punti. Zero. Il Messico torna a casa con la faccia triste dell’Hidalgo sconfitto dalla sorte avversa. Ma non devono prendersela con il destino cinico e baro, i ragazzi di Tena. Non questa volta. Jack O'Malley 14 LUG 2011
Messi si è fatto Xavi, e Pigi Battista si è messo ad allenare il Perù E’ tornato il fanciullo divino. Anche lui, prima del fischio d’inizio, si fa più volte il segno della croce, a tradire l’angoscia. Anche questa volta canticchia un po’ spaesato l’inno nazionale che tra l’altro non fila del tutto liscio, la musica va e viene e il cantante canta a cappella. Comunque è tornato. Con un’altra maglia e un altro numero: Messi si è fatto Xavi, ha scritto il Paìs. Deve essersi stancato anche lui di essere Leo, misterioso oggetto di studio e di inquietudine. 14 LUG 2011
Malvinas / 8 Il segreto dell’Argentina che contro il Costa Rica si ritrova, vince e passa il turno non sta nella serata di grazia di El Kun Agüero. Piuttosto nel cambio di schema: rende il 4-2-3-1 con un centravanti vero davanti a Messi, Higuain, e due soli mediani di rottura, Gago e Mascherano. Del resto non ci voleva molto a capire che il 4-3-3, invece, non paga. Maradona lo usò nella disastrosa débâcle con la Germania ai Mondiali sudafricani. Rio Paladoro 13 LUG 2011
Falkland / 6 Gentile Lionel Messi, lei indossa una maglia dell’Unicef, quindi sarà sensibile agli appelli umanitari. La vittoria del Costarica contro la Bolivia le pone una grande responsabilità nei confronti degli amanti del calcio, quelli che osservano le partite più che gli highlight, quelli che apprezzano le diagonali più che le serpentine. Jack O'Malley 08 LUG 2011
In Argentina è quasi lutto nazionale, in Costarica quasi non ci credono L’avvenente tanguera è sempre più confusa e nevrotica. Leo Messi sempre più triste. A dieci minuti dalla fine calcia una punizione. Compagni pronti ad avventarsi, avversari preoccupati, folla in religioso silenzio. Palla al cielo. Poco prima nel tentativo di dribblare anche se stesso si era incartato, cadendo rovinosamente a terra. Per lui è “el crudo invierno”, come scrivono i giornali spagnoli. 08 LUG 2011
Il celeste pallido dell’Uruguay e il micidiale 1-2 del Cile in sei minuti E’ finita la prima giornata. Si conferma l’appannamento, chiamiamolo così, delle teste di serie. Dopo Argentina e Brasile, anche l’Uruguay sembra indossare un punto di celeste più pallido del Mondiale 2010 in Sudafrica. Continua la maledizione dei cosiddetti numero uno. Lontano dalle città dove evolvono normalmente e dall’idolatria di tifoserie che scaldano cuore e muscoli per tutto l’anno, balbettano, sono l’ombra di se stessi. 05 LUG 2011
Sogno di un golasso di mezza estate A nessuno interessa la coppa America. Comincia un torneo che si chiude in una partita e che diventa evento solo se quella partita c’è. Perché non conta nulla: né chi partecipa, né chi vince, né i giovani che ci faranno vedere. C’è Argentina-Brasile e basta. Quarti, semifinale, o finale. Non è importante il momento del torneo, l’importante è che ci sia. E’ l’incrocio che cambia il destino della Coppa. E’ tutto, è la sintesi del pallone globale. Beppe Di Corrado 02 LUG 2011
Venerdì comincia la Coppa America Se il River Plate è morto, il calcio argentino non sta molto meglio Mille miliardi di pesos, è questa la soglia psicologica superata dai club argentini, circa 200 miliardi di euro di debiti che stanno affossando un calcio lontano anni luce dal fair play finanziario. Il club più indebitato è il River Plate, appena retrocesso in B dopo 110 anni di vittorie. Sarà il mercato a salvare il calcio argentino? Difficile dirlo, certamente è una via di fuga importante finché funzionano i vivai, però di nuovi Maradona e Messi in giro non se ne vedono. Francesco Caremani 27 GIU 2011
Guai ai vinti - 3 Montezemolo sventato “Cultura, orgoglio italiano”. Doveva cadere, forse per caso, in un momento particolare (a Cavaliere mezzo disarcionato?), il convegno della montezemoliana ItaliaFutura organizzato ieri a Roma: un’iniziativa di encomiabile brainstorming sul tema “industria culturale motore di crescita”, con ministri, artisti, registi e pezzi grossi delle fondazioni, dei musei e delle case editrici stipati al Teatro Argentina per dare un “contributo al centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia”. Doveva essere, forse sì e forse no, una giornata di riflessione con il gatto già messo nel sacco. 24 GIU 2011