Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso - foto Ansa

I dati del ministero

Il liceo del Made in Italy è un flop: lo sceglie solo lo 0,08 per cento degli studenti

Nicolò Zambelli

Sono poco meno di quattrocento gli iscritti al nuovo indirizzo di studi, che sarà disponibile in 92 scuole in tutto il paese. Ma secondo il ministro delle Imprese Urso "è un buon inizio" 

Il primo anno del nuovo liceo del Made in Italy istituito dal governo di Giorgia Meloni sarà un flop: a frequentarlo l'anno prossimo saranno soltanto 375 studenti. Sabato si sono chiusi i termini per le iscrizioni alle scuole per l'anno 2024/2025 e per la prima volta tra la scelta degli indirizzi sono rientrati anche le due novità introdotte dall'esecutivo: il liceo del "fatto in Italia", appunto, e la nuova filiera sperimentale 4+2 tecnologico-professionale (cioè un percorso di quattro anni di istruzione professionale al quale seguirà un biennio di istruzione tecnologica superiore). Il nuovo percorso liceale è la scuola meno scelta tra gli studenti che si appresteranno a iniziare la scuola superiore il prossimo settembre: le iscrizioni rappresentano lo 0,08 per cento del totale. Ma per il ministro delle Imprese Adolfo Urso si tratta di "un buon inizio"

 

 

"Il liceo del Made in Italy potrà ulteriormente migliorare in questo 'anno pilota'", ha detto Urso, specificando che "si tratta di un percorso scolastico innovativo e strettamente orientato al mondo produttivo" che si "propone di valorizzare le eccellenze italiane, promuovendo la crescita sostenibile e il talento italiano, oltre a facilitare l'inserimento degli studenti nel mondo del lavoro creando un ponte tra istruzione e imprese".
 

La legge che lo istituisce stanzia 700 milioni per il 2023 (e 300 per il 2024) e, oltre al liceo, ha introdotto la giornata nazionale del "Made in Italy", ha stanziato fondi per l'approvvigionamento "in filiere strategiche" e ha investito nell'autoimprenditorialità e imprenditorialità femminile, il tutto con lo scopo di rilanciare, anche all'estero, il "fatto in Italia". È stato approvato però il 20 dicembre scorso, a ridosso delle feste e, soprattutto, a ridosso della data di scadenza per le iscrizioni nelle scuole.
 

In questo breve lasso di tempo presidi e professori si sono dovuti sbrigare per integrare la nuova offerta formativa. E alla fine, i licei attivi in tutta Italia con questo indirizzo saranno 92: 17 in Sicilia, 12 in Lombardia e 12 nel Lazio, 9 in Puglia, 8 nelle Marche e 8 in Calabria, 6 in Abruzzo, 5 in Toscana, 3 in Liguria, 3 in Piemonte e 3 in Veneto, 2 in Molise e 1 per ciascuna di queste regioni: Basilicata, Emilia-Romagna, Sardegna e Umbria. L'elenco, secondo quanto dice il sito del ministero, non comprende le 22 scuole per cui la Regione Campania non ha ancora autorizzato l’avvio del nuovo indirizzo.
 

Come ha spiegato il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara con una nota, "il Made in Italy è la nuova offerta formativa messa in campo dai licei che avevano già attivo l’indirizzo Scienze Umane, opzione economico-sociale, pensata per una formazione tesa a valorizzare le eccellenze italiane riconosciute a livello internazionale. Una opzione che dal prossimo anno potrà rafforzarsi nell’alveo dei licei più tradizionali. È importante aver ampliato l’offerta formativa a disposizione degli studenti italiani venendo incontro alle esigenze e alle nuove sfide del mondo del lavoro, è la strada giusta per una scuola di successo per i nostri ragazzi".
 

Dalla lettura generale dei dati emerge comunque che gli studenti preferiscono i licei: con il 55,63 per cento di domande sul totale delle iscrizioni, sono stati scelti da oltre la metà dei nuovi alunni. Gli istituti tecnici e i professionali mostrano un trend in crescita: i primi rappresentano il 31,66 per cento (contro il 30,9 per cento dello scorso anno) e i secondi il 12,72 per cento (contro il 12,1 dello scorso anno) delle iscrizioni.
 

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