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Perché i genitori sbagliano a fare gli avvocati dei propri figli

Gabriele Toccafondi*

La quantità di ricorsi presentati al Tar contro valutazioni scolastiche ritenute sbagliate va oltre la statistica dell'errore e non può che preoccupare 

Siamo diventati tutti sindacalisti o avvocati dei nostri figli? Non starò qua a ricordare che quando le scuole le abbiamo frequentate noi, che adesso siamo padri, aveva sempre ragione la maestra o il professore. Qualcuno può obiettare che così era troppo, ma quanto ci ha descritto il presidente del Tar della Toscana, Manfredo Atzeni, parlando di un boom di ricorsi sui risultati scolastici, è preoccupante. Molto preoccupante. Preoccupa perché ci dice, statistiche alla mano, che non abbiamo più fiducia nella scuola, nell’istituzione scolastica, nel docente, nei dirigenti. Preoccupa perché rischiamo di educare una generazione che non accetta la sconfitta, il brutto voto, la bocciatura, la valutazione stessa. Il problema non sono i ragazzi ma rischiamo di essere noi padri e madri. Siamo noi che gridiamo all’ingiustizia, all’imbroglio e qualcuno anche all’immancabile complotto. Una cosa simile accade anche nei campi sportivi di qualsiasi sport e sempre più spesso nei tanti luoghi frequentati dai ragazzi, oratori compresi.

          

Lo stesso presidente del Tar della Toscana presentando questi numeri in costante e preoccupante crescita ricordava che spesso le impugnazioni hanno questo contenuto: “L’offerta formativa non è stata sufficiente e l’alunno deve essere promosso”. Sembra l’elogio della furbizia, del raggiro, del “proviamo anche questa”. Chi pensa di aver subito un torto ha tutto il diritto di far sentire le proprie ragioni, non voglio mettere in dubbio questo principio. Ma questi numeri, oltre a varie notizie di cronaca che vedono coinvolti presidi e docenti, vanno oltre, ben oltre la statistica dell’errore, e non può che preoccupare.

    

La scuola è il luogo di crescita per eccellenza, luogo educativo, in cui si forma la coscienza critica, la personalità. Anche in quelle mille ore l’anno si diventa adulti, maturi. I ragazzi hanno bisogno di una scuola che non sia solo nozioni, ma hanno anche bisogno di genitori che non siano necessariamente e solo “chioccia”. I ragazzi non hanno bisogno di sindacalisti o avvocati, hanno bisogno di adulti veri che li accompagnino nella scoperta della loro vocazione, non avendo paura della valutazione e dei voti. La scuola è fatta per i ragazzi quindi deve puntare al meglio e non alla mediocrità. Per questo sbaglia il governo a voler abolire o ridimensionare concetti come: valutazione, merito, qualità, maturità, alternanza. Una scuola che deve puntare al meglio e non alla mediocrità deve avere la collaborazione di noi genitori, chiediamo questo, chiediamo qualità, chiediamo risorse, chiediamo che i ragazzi possano fare esperienze vere. Smettiamola di fare i sindacalisti dei figli. Fidiamoci della scuola, degli insegnanti e dei dirigenti.

      

*deputato Civica Popolare-Ap-Psi-Area civica

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