cattivi scienziati

No, dopo i vaccini anti-Covid non c'è nessun eccesso di morti cardiache improvvise

Enrico Bucci

Un’ampia e ben documentata analisi dei dati epidemiologici e delle autopsie nel periodo 2018-2022 rafforza le prove di sicurezza della vaccinazione contro Sars-CoV-2

Uno degli strumenti maggiormente usati per propagare l’opposizione alle vaccinazioni è la paura di effetti collaterali gravi della vaccinazione. Un ruolo di primo piano, nel caso della vaccinazione contro Sars-CoV-2, continua a essere giocato dal continuo riferimento a morti cardiache improvvise, che sarebbero terribilmente aumentate dopo l’inizio della vaccinazione, ma il cui legame con la temuta iniezione sarebbe in realtà offuscato dalle autorità  e dai medici, principalmente evitando analisi accurate e rifiutando quindi di verificare il rapporto di causalità, in modo da rendere così impossibile ottenere le prove che gli antivaccinisti sono invece convinti di osservare in occasione di ogni caso di cronaca, ascrivendo alla categoria delle morti improvvise quanti più decessi sia possibile.

Ebbene, contrariamente a quanto la triste propaganda antivaccinista pretenderebbe, in realtà gli studi sono stati più volte effettuati, sia su base statistico/epidemiologica che attraverso le investigazioni autoptiche, e il responso è stato chiaro: non vi sono aumenti anomali di decessi improvvisi dopo l’inizio delle campagne vaccinali contro SARS-CoV-2. L’ultimo di questi studi è appena stato pubblicato su una rivista prestigiosa e ci riguarda da vicino, perché è stato svolto in Italia.

Come sappiamo, fra gli effetti possibili della vaccinazione a RNA, soprattutto in alcune fasce di età, sono stati dimostrati certi tipi di problemi cardiaci, rari e comunque nella grandissima parte dei casi temporanei e blandi, al contrario di quelli causati dall’infezione di SARS-CoV-2. Questa considerazione basterebbe probabilmente a chiudere la discussione, se tutti fossimo disposti a usare la ragione o ad arrenderci di fronte a essa; ma siamo scimmie irrazionali, solo secondariamente e solo in alcuni casi addestrate a usare una logica stringente e i fatti a disposizione, preferendo comunque difendere una posizione più risonante con i nostri valori.

Nonostante ciò, o forse proprio a causa della particolare posizione valoriale che in essi è intrinseca, i ricercatori vanno avanti: così, oggi possiamo sapere, grazie alla pubblicazione citata, che nella popolazione del Veneto fino a 40 anni (oltre un milione e mezzo di persone), dal 2018 al 2022 “non vi è stato un aumento dei tassi di morte improvvisa nei giovani sia durante la pandemia che dopo l’introduzione della vaccinazione contro il COVID-19.” Inoltre, esaminando i referti autoptici ottenuti sui soggetti giovani periti di morte cardiaca improvvisa nello stesso periodo, compresi quelli deceduti entro 30 giorni dalla vaccinazione contro il COVID-19, risulta che le cause di morte erano coerenti con le cause osservate prima della pandemia, senza che in particolare fosse osservabile alcun aumento nella prevalenza della miocardite.

Questi sono i fatti, analizzati da uno dei gruppi del paese più esperti in fatto di problemi cardiaci e pubblicati su una delle riviste di area più prestigiose; naturalmente, né la sparuta minoranza di antivaccinisti a tutti i costi, né i loro cattivi maestri potranno accettarli, e certamente questo mio riassuntino non è diretto a loro. Per tutti gli altri, invece, il messaggio è chiaro: gli studi continuano a dimostrare la sicurezza dei prodotti che ci proteggono dalle peggiori conseguenze di una pandemia che ancora continua, prodotti ai quali sarebbe da stupidi, e non solo da ignoranti, rinunciare a causa di qualche preconcetto.

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