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Cattivi Scienziati

Anche gli scimpanzé si preparano come noi agli scenari futuri

Enrico Bucci

Il nostro adattamento cognitivo ci permette di pianificare il futuro senza orientare le nostre scelte sulla base di una singola possibilità. Ora uno studio dimostra che non è solo una caratteristica umana

Tutti i giorni, sperimentiamo l’incertezza del nostro futuro cercando di prepararci al meglio a quegli scenari che riteniamo possibili e più probabili. Molto spesso, tuttavia, agiamo in modo da non orientare le nostre scelte sulla base di una singola possibilità, ma cercando di fare in modo che, a fronte di alternative mutuamente esclusive che immaginiamo possano verificarsi, il nostro comportamento possa comportare per noi il massimo beneficio o il minimo danno. Questo tipo di adattamento cognitivo è molto importante: a fronte di un futuro indeterminato, infatti, è quello che ci permette di pianificare le nostre azioni al meglio, anche quando non è possibile ridurre tutti i possibili futuri a uno solo.

Fino a oggi, la capacità di mettere in conto la possibilità di diversi eventi futuri alternativi, adattando il proprio comportamento di conseguenza, sembrava una caratteristica esclusivamente umana, assente persino nei primati più simili a noi (fra quelli ancora viventi). Grazie a un interessante lavoro di ricerca i cui risultati sono stati appena pubblicati, tuttavia, è stato possibile dimostrare che non siamo più soli in quanto al rappresentarci mentalmente possibili futuri scenari diversi, adattandoci di conseguenza: anche gli scimpanzè, infatti, sono in grado di fare lo stesso, il che è consistente con l’evoluzione di questa capacità cognitiva prima di circa 5 milioni di anni fa (l’epoca in cui si stima si siano separati gli antenati della nostra specie e degli scimpanzè).

Lavorando in una foresta dell’Uganda, ovvero in un ambiente naturale ove gli scimpanzè sono liberi, gli autori dello studio hanno messo singoli scimpanzé davanti a due piattaforme inclinabili, ciascuna con sopra un pezzo di cibo. La prima versione dell'esperimento utilizzava un tubo cilindrico opaco sopra una delle piattaforme, attraverso il quale il team avrebbe lasciato cadere una roccia. Se lo scimpanzé non interveniva, il cibo cadeva in conseguenza del colpo con la roccia; se però stabilizzava la piattaforma con le mani, evitando la caduta del cibo sulla piattaforma corrispondente, questo gli veniva dato come ricompensa. In questo scenario, dopo un periodo di apprendimento, i 15 scimpanzé esaminati hanno stabilizzato sempre solo la piattaforma che sapevano che la roccia avrebbe colpito.

Successivamente, in un secondo esperimento i ricercatori hanno utilizzato per far cadere la roccia un tubo opaco a forma di Y rovesciata, con un'uscita sopra ogni piattaforma. In questo esperimento, agli scimpanzè non era possibile prevedere quale piattaforma sarebbe stata colpita dalla roccia lasciata cadere nel tubo. Dopo un periodo di apprendimento, 13 scimpanzè su 15 hanno stabilizzato entrambe le piattaforme, in attesa della roccia, ricevendo quindi la ricompensa per aver evitato la caduta del cibo dalla piattaforma colpita.

Negli umani, la capacità di considerare scenari futuri alternativi e mutuamente escludentisi sembra svilupparsi precedentemente al linguaggio; il fatto che scimpanzè adulti, e dunque presumibilmente un nostro comune antenato, possiedano la stessa abilità, supporta la precocità di questo tratto cognitivo, evidentemente particolarmente adattativo per la nostra ed altre specie. E così, una delle abilità che è alla base della nostra pianificazione del futuro, in modo da prepararci senza effettuare una scelta vincolata a un singolo scenario, è presente anche negli scimpanzè. Chissà perché, per una pandemia, per il cambiamento climatico o per altre condizioni, tutte in grado di dar luogo a scenari futuri diversi e alternativi, ci comportiamo molto peggio di loro, adattando le nostre azioni al singolo futuro che preferiremmo veder arrivare, invece che a molteplici possibili evenienze.

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