Foto via Nasa 

Cattivi Scienziati

La sabbia è la prova che su Marte c'è stata acqua, e quindi una possibile vita

Enrico Bucci

Le increspature del terreno sul pianeta rosso sono spia di un antico fondale. Analizzandole si potranno studiare i fenomeni atmosferici, i detriti e le frane liquide che ci permettono di pensare a un luogo molto più vivo di come appare ora

Da bambino, galleggiando sulla superficie tranquilla del mare vicino alla riva di qualche spiaggia, passavo il tempo a guardare le increspature della sabbia sul fondo, cercando di indovinare dalla loro forma, dimensione e disposizione l’andare della corrente, e fantasticando dell’aspetto che quelle minuscole dune dovevano avere per le piccole creature del fondale che avevo l’occasione di vedere a nemmeno due metri sotto di me.

Subito prima di questo breve scritto, ho avuto occasione di rivedere quelle stesse, delicate increspature sabbiose, ma in un contesto stupefacentemente lontano, sul fondo di un antico lago che si trovava a ben oltre la distanza che esploravo da bambino.

 

Su Marte, il piccolo rover Curiosity è impegnato nella scalata di una montagna alta 5 chilometri – appropriatamente chiamata Mount sharp, monte acuto. Più volte durante il suo viaggio ha trovato minerali e forme di erosione che indicano come, una volta, quel monte fosse ricco di acque, correnti e lacustri. Man mano che il rover sale, avanza lungo una linea temporale marziana, consentendo agli scienziati di studiare come il pianeta rosso si è evoluto da un pianeta che era più simile alla Terra nel suo antico passato, con un clima più caldo e acqua abbondante, al deserto gelido che è oggi.

 

Ebbene, adesso, dirigendosi verso un pianoro che si credeva non avesse mai ospitato acqua a causa della natura dei minerali di cui è composto, gli scienziati hanno invece trovato la più netta e incredibile evidenza per un lago poco profondo e relativamente tranquillo: hanno cioè individuato quelle stesse increspature sulla sabbia che da bambino seguivo su un fondo a pochi decimetri da me, su un antichissimo fondale a una distanza superiore ai 200 milioni di chilometri da chi scrive e da chi legge questa pagina.

 

Purtroppo, lo strato di roccia che presenta le increspature è così duro che Curiosity non è stato in grado di perforarne un campione nonostante diversi tentativi, il che preclude l’analisi chimica di quel fondale, allo scopo di studiarne meglio la sua natura e cercare tracce di antiche vite. Gli scienziati cercheranno quindi rocce più morbide nella prossima settimana. Ma anche se non dovessimo mai ricevere un campione da questo insolito fondale, ci sono altri siti da esplorare.

 

Un altro elemento vicino alle increspature che ha affascinato i ricercatori è un'insolita struttura rocciosa, probabilmente causata da una sorta di ciclo regolare del meteo o del clima, come le tempeste di polvere. Non lontano dalle increspature ci sono infatti rocce fatte di strati regolari nella loro spaziatura e spessore. Questo tipo di schema ritmico negli strati rocciosi sulla Terra spesso deriva da eventi atmosferici che si verificano a intervalli periodici. È possibile che gli schemi ritmici di queste rocce marziane siano il risultato di eventi simili, consentendo quindi di studiare fenomeni atmosferici che si devono essere registrati periodicamente in ere antiche su Marte.

 

Inoltre, molto più avanti delle increspature, gli scienziati hanno individuato un altro indizio dell'azione di antica acqua su Marte, in una valle chiamata Gediz Vallis. Il vento ha scolpito la valle, ma si pensa che un canale che l'attraversa e che inizia più in alto sul Monte sharp sia stato eroso da un piccolo fiume. Gli scienziati sospettano che anche qui si siano verificate frane liquide, che hanno inviato massi e detriti delle dimensioni di un'auto sul fondo della valle. Poiché il cumulo di detriti risultante si trova in cima a tutti gli altri strati della valle, è chiaramente una delle strutture più giovani del Monte sharp, ed è quindi interessante perché è una delle testimonianze più recenti della presenza di acqua liquida sin qui individuate.

 

Increspature, regolarità dovute a eventi atmosferici, detriti e frane umide ci parlano tutti di un pianeta con un clima e un meteo ben più vivi di quello attuale; e forse non è lontano il momento in cui, come un tempo accadeva a me guardando fra le increspature marine di un fondale a qualche decimetro dal mio naso, scopriremo le prime tracce di una possibile vita che frequentava i tranquilli laghi poco profondi di un altro pianeta.

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