Il Corriere gioca con i sofismi di Stella sul caso Gratteri

Luciano Capone

L'autore della Casta redarguisce il magistrato "però" rimprovera anche il Foglio: gli autori del libro con prefazione di Gratteri dicono cose deliranti e pure antisemite, ma le cose antisemite non sono nel libro. Nulla di diverso da ciò che scriviamo da due settimane. Ma cosa cambia?

Dopo circa due settimane dalla denuncia del Foglio, sul Corriere della Sera Gian Antonio Stella interviene sul caso Gratteri. Ovvero sulla prefazione del procuratore di Catanzaro al libro complottista sul Covid scritto dal medico Pasquale Bacco e dal magistrato Angelo Giorgianni, teorici di una cospirazione delle élite mondiali che ha lo scopo di attuare un golpe globale attraverso la “falsa pandemia”. La posizione di Stella sulla vicenda è, però, abbastanza singolare. Perché riesce al contempo a redarguire prima Gratteri e poi il Foglio, oltre che a condannare Bacco e Giorgianni pur riabilitando – almeno in parte – il libro da loro scritto. Insomma, non bastano la botte e il cerchio per quanti colpi vengono distribuiti. Il procuratore di Catanzaro è quello che ne esce meglio, se la cava con un rimprovero: “Nicola Gratteri l’ha combinata grossa – scrive Stella –. Si possono fare prefazioni ai libri (con quel titolo poi! Strage di Stato) senza averli letti? E sdoganare nel pieno di una pandemia in corso che ha fatto quasi tre milioni di morti?”. Nonostante nella prefazione Gratteri elogi il contenuto del libro, nella sua domanda retorica Stella dà per scontato che il magistrato calabrese non abbia letto il libro. Ma non si sa su quali basi possa fare un’assunzione del genere. 

 

Tanto più che il procuratore di Catanzaro non ha preso le distanze dal libro, che nega la letalità del virus (“una banale influenza”) e ritiene i vaccini pericolosi, neppure dopo che i contenuti sono diventati di dominio pubblico. E’ invece più logico presumere, fino a smentita del diretto interessato, che Gratteri abbia letto il libro e che ne condivida le tesi di fondo. Proprio perché è proprio ciò che Gratteri, di suo pugno, scrive nella prefazione: “Questa è la battaglia in cui ‘Strage di Stato’ può diventare un’arma efficace di conoscenza: un libro-inchiesta che ricostruisce la successione degli eventi, la fonte dei provvedimenti, le correlazioni talvolta insospettabili tra fatti e antefatti, sollevando angosciosi interrogativi – degni di approfondimento nelle sedi competenti – sulla gestione dell’emergenza pandemica. Nell’attenta esegesi del libro, affiora un mosaico in cui ogni tassello trova la propria collocazione”.

 

Stella poi passa alla condanna degli autori del libro, in particolare Bacco, per molte “parole indecorose” espresse in pubblico. Sui camion militari che a Bergamo trasportano i morti di Covid che sarebbero “una sceneggiata”, sul vaccino che è “acqua di fogna” e “avvelena la gente: c’è tutto lo schifo possibile e immaginabile”. Fino alle affermazioni apertamente antisemite: “Vogliamo dire chi comanda nel mondo? Comandano gli ebrei! Sta tutto in mano a loro! Tutte le lobby economiche e le lobby farmaceutiche, hanno tutto in mano loro… la grande finanza è in mano a loro”. Stella, giustamente, lo definisce “razzismo puro”. E però rimprovera il Foglio, che ha sollevato e denunciato il caso, dicendo che queste frasi antisemite l’autore le ha sì pronunciate ma non sono presenti nel libro. “Ma c’è davvero, quella frase oscena e antisemita, nel libro ‘antisemita’? No”. E conclude, riferendosi al Foglio: “Per carità, le battaglie contro il complottismo e il razzismo, soprattutto di questi tempi, sono tutte sacrosante. Però…”. Insomma: l’autore sarà pure antisemita, ma il suo libro no. E in ogni caso Gratteri non l’ha letto. Non si comprende bene cosa questo sofisma dovrebbe dimostrare, ma in ogni caso è falso. Perché il Foglio non ha mai scritto né sostenuto che quella frase antisemita fosse presente nel libro. Se Stella avesse letto con attenzione gli articoli del Foglio, in particolare quello del 30 marzo in cui venivano elencate tutte le affermazioni più deliranti di Bacco e Giorgianni con tanto di fonte e data, sarebbe stato più preciso nella ricostruzione salomonica.

 

Il problema che abbiamo posto è abbastanza semplice. E’ normale che un procuratore come Gratteri scriva una prefazione elogiativa di un libro complottista? E che legittimi chi pubblicamente parla di “falsa pandemia” e di ebrei che controllano il mondo? Si può fare finta che Gratteri non abbia letto e persino che non abbia sentito, ma se ora non dice nulla bisogna anche fingere che sia muto. Non sarà troppo?

 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali