lo studio

No vax all'assalto del web. Il pubblico cresce del 130 per cento in 6 mesi

Un recente report della fondazione Mesit ha tradotto in numeri l'impatto delle bufale antivacciniste online: sono 703mila gli italiani che seguono chat e pagine complottiste. Telegram e Facebook le piazze virtuali più frequentate

Sono 703mila gli italiani che sul web seguono pagine, canali o gruppi di diffusione di teorie dichiaratamente No vax. Il dato emerge dall'ultimo report stilato dalla fondazione Mesit (fondazione per la Medicina sociale e l'innovazione tecnologica) e relativo al periodo maggio-novembre 2021. In quei sei mesi, stando all'analisi, il pubblico che segue le false informazioni circolanti in materia di Covid è aumentato del 130 per cento.

  

   

Fantomatiche reazioni avverse, effetti irreversibili sul Dna fino ad arrivare a un pittoresco sistema orchestrato da Aifa ed Ema per nascondere il numero di morti che causerebbe il vaccino. Sono solo alcune delle tesi cospirazioniste che ogni giorno vengono immesse online e che vengono visualizzate da centinaia di migliaia di italiani.

 
I dati emergono dallo studio del Mesit realizzato in collaborazione con il centro per gli studi economici e internazionali (Ceis) dell'Università di Roma Tor Vergata, con il centro di ricerca interdipartimentale per gli studi politico-costituzionali e di legislazione comparata (Crispel) dell'Università di Roma Tre e con Reputation Manager. Secondo l'analisi, il social prediletto dai complottisti risulta essere ancora una volta Telegram. Sul sistema di messaggistica anonima, sul quale proliferano chat di disinformazione e ci si scambiano offerte di lavoro tra antivaccinisti, si contano ben 660mila utenti iscritti a gruppi No green pass e 232mila iscritti a quelli marcatamente No vax (utenti che spesso coincidono). Segue Facebook, i cui algoritmi sono stati accusati di essere complici del complottismo, con le sue 194 pagine e gruppi dedicati ai vaccini, per un totale di 830mila iscritti.

 

Al di là dei numeri, quello che più preoccupa sono le pratiche che vengono escogitate per sfuggire alle restrizioni che il governo impone a coloro che non sono in possesso della certificazione verde. Per scoprire come diventare un perfetto miliziano anti-vaccini esistono infatti appositi gruppi su Telegram che forniscono istruzioni per la “lotta”: sono i cosiddetti gruppi “guerrieri” riconoscibili anche dai simboli grafici che scelgono per auto rappresentarsi: la svirgolata rossa di V per Vendetta e la maschera coi baffoni di Guy Fawkes (ormai simbolo indistinto di ogni tipo di protesta) e l'immancabile CAPS-LOCK, la scritta tutta maiuscola, che nella grammatica internettiana rappresenta un urlo ed evoca la chiamata alle armi contro Big Pharma e i governi vassalli.

  

 

Tuttavia, dalle fake news all'illegalità il passo è breve ed ecco che quasi un canale Telegram su due (45 per cento dei casi) mette a disposizione degli utenti green pass falsi, rigorosamente a pagamento. I restanti gruppi si preoccupano di organizzare cortei contro l'ipotetica “dittatura sanitaria” (30 per cento) e di mappare locali ed esercizi commerciali che chiedono di esibire le certificazioni (8 per cento). Un dato piuttosto interessante: il 6 per cento dei canali è gestito da studenti.

 

Una galassia in fermento che è andata radicalizzandosi con l'aumento delle restrizioni e dentro la quale i sentimenti predominanti sono rabbia, paura e tristezza che, secondo il report, rappresenta l'86 per cento del totale. Una rancore che il più delle volte si scaglia contro quelli che i complottisti reputano essere complici della “dittatura sanitaria”: giornalisti, virologi e politici. Queste tre categorie sono quelle maggiormente prese di mira all'interno delle chat No vax e No green pass: minacce ed insulti che spesso oltrepassano la sfera del virtuale per farsi pericolosamente reali. Lo sa bene il videogiornalista di Repubblica, Francesco Giovannetti, aggredito lo scorso settembre da un manifestante che protestava davanti al ministero dell'Istruzione.

 

Nonostante questi dati, indubbiamente da non sottovalutare, occorre però ricordare come nelle ultime settimane siano aumentate le somministrazioni delle prime dosi, segno che la campagna vaccinale prosegue spedita anche grazie alle recenti disposizioni governative e al senso di responsabilità dell'ampia maggioranza degli italiani.