Le follie della Cacciari associati

Luciano Capone

Epigoni della lotta contro il Biopotere. Tesi sui vaccini che diffondo la malattia. No vax rifugiati in Polinesia. Apostoli di Agamben. Un giorno a tu per tu con i cervelloni della Commissione Dubbio e Precauzione

E’ stata lanciata mercoledì 8 dicembre, con una diretta fiume di dieci ore, la centrale di controinformazione sul Covid promossa da Massimo Cacciari, Giorgio Agamben, Ugo Mattei e Carlo Freccero. Si chiama “Commissione dubbio e precauzione” e il nome è abbastanza ossimorico, visto che i convenuti manifestano certezze granitiche, a dispetto delle evidenze scientifiche contrarie, sull’inefficacia e la pericolosità del principale strumento di precauzione in questa epidemia: i vaccini.

 

La commissione ha l’obiettivo di agglutinare la galassia anti green pass e anti vax che si oppone al Potere. Ma le posizioni esposte nella maratona sono però tante e confuse. Per comprendere il livello di caos, prima di passare in rassegna le idee più originali, bisogna fare un passo indietro. Qualche giorno fa il volto pubblico di questa galassia, Massimo Cacciari, si era scontrato in tv con un giornalista, Alessandro De Angelis, che gli aveva chiesto se non si sentisse in imbarazzo ad affiancarsi a chi paragona la situazione attuale al nazismo. “Se mi dici che sono d’accordo con quelli lì che dicono che è uguale al nazismo me ne vado. Se fai provocazioni di merda me ne vado!”, era stata la risposta indignata del filosofo.

 

Alla vigilia del convegno Giorgio Agamben, sparring partner di Cacciari in questa avventura intellettuale, ha esordito così la sua audizione al Senato su vaccini e green pass: “Voglio ricordare il codice di Norimberga e i processi ai medici che durante il nazismo si erano resi colpevoli di gravi crimini compiendo esperimenti letali sui detenuti nei lager”. Non risulta che Cacciari abbia ritenuto quella del collega filosofo una provocazione di merda e si sia alzato.

 

Eppure quello di Agamben non è l’unico paragone storico eccessivo. La virologa Maria Rita Gismondo, ospite del simposio, evoca “episodi di persecuzione” da parte del mainstream scientifico che ci riportano al “periodo buio dell’Inquisizione. Credevamo tutti che fossero momenti storici irripetibili: era un’illusione”. La vicequestore Nunzia Schilirò, altra intellettuale invitata, sostiene che il paragone con il nazismo non è infondato, ma è più corretto quello con “l’Impero romano, quando la maggioranza scelse di mettere a morte Gesù per salvare Barabba. Voglio ricordare a tutti che Gesù è stato crocifisso perché ha manifestato il suo pensiero”. Un No vax ante litteram, insomma. 

 

Per quanto la premessa sia che la Commissione non ha affatto una posizione No vax, tutti gli invitati esprimono posizioni che vanno dal moderato scetticismo all’aperta ostilità contro i vaccini. Vengono ad esempio evocati come martiri di questo presunto regime due noti medici antivaccinisti, per questo radiati dall’ordine di appartenenza, come Roberto Gava e Dario Miedico, trattati come due Galileo Galieli o due Gesù Cristi (a seconda se si ritenga di vivere durante l’Inquisizione o l’Impero romano).

 

Tra gli ospiti c’è anche Antonietta Gatti, una nanopatologa nonché sedicente “esperta di Guerra del Golfo, Balcani e 11 settembre”, che afferma che i vaccini non sono tali: contengono “nanoparticelle che danno istruzioni geniche che possono dare problemi cancerogeni”. La tesi che i vaccini non siano vaccini è un refrain, non a caso gli ospiti che si susseguono tendono a chiamarli “sieri” oppure “iniezioni geniche sperimentali”. Per precauzione sarebbe meglio non farli, anche perché si ricorda che “nessun vaccino può far meglio della guarigione dalla malattia”, trascurando il dettaglio che il vaccino serve proprio a evitarla la malattia, che pare avere dimostrato di avere come effetto collaterale quello di centinaia di migliaia di morti. In ogni caso vaccinare i bambini è “un crimine”.

 

Lo psicanalista Massimo Citro, sospeso dall’ordine dei medici perché non vaccinato, dice che “si sta facendo una sperimentazione a livello mondiale” dovuta a un complotto studiato a tavolino: “L’industria farmaceutica stava attraversando una crisi sempre più profonda” e per risollevarla è stata creata un’emergenza e sono state fatte morire le persone “per avere l’approvazione in via di emergenza delle molecole più pericolose”. C’è poi il ginecologo francese Hubert Debiolles, costretto a lasciare il suo paese per la Polinesia a causa dell’obbligo vaccinale, secondo cui “il vaccino diffonde la malattia”: “Tutti sanno che questo vaccino non funziona, più ci si vaccina più ci si ammala. Dobbiamo fermare tutto”. Ma non basta, il No vax rifugiato in Polinesia dice che oltre ai vaccini bisogna anche abbandonare “la struttura politica europea, che è una specie di Unione sovietica” (è l’altra variante, dopo il nazismo, l’Inquisizione e l’Impero romano).

 

C’è anche l’avvocato Virginie de Araujo-Recchia che fa un paio di rivelazioni scientifiche niente male: ha le prove che “le iniezioni di terapia genica sperimentale (i vaccini, ndr) non dovevano essere messe sul mercato”. Mentre l’ivermectina, l’antivermi bocciato da tutte le autorità regolatorie, “è efficace”. L’avvocato annuncia inoltre di aver denunciato il governo francese per “genocidio”. Meno drastico è Andrea Sigfrido Camperio Ciani, che era stato sospeso dall’Università di Padova per non aver voluto esibire il green pass, secondo cui i vaccini non si sa se diffondono la malattia ma di certo sono inutili: “Il virus da solo sta facendo quello che noi ci aspettiamo che facciano i vaccini”.

 

Naturalmente l’opposizione ai vaccini e al green pass è solo un tassello della lotta contro il Biopotere, che è una manifestazione dell’attuale assetto capitalista, il volto feroce del liberismo finanziario incarnato in una piovra che ha i tentacoli di Big Pharma, BlackRock, Bill Gates, Amazon, Google, Facebook... Il progetto è più ampio, come spiega l’ingegnere Philippe Guillemant: “La vaccinazione obbligatoria è legata al desiderio dell’alta finanza di accelerare il movimento verso l’euro digitale e la moneta mondiale”. E così ci sono anche forme di boicottaggio economico come lo “sciopero dei consumi”, proposto dagli “Studenti contro il green pass”, che consiste nell’astensione dai regali di Natale (“tranne quelli autoprodotti”), nell’evitare acquisti nella grande distribuzione e online.

 

Una riflessione distensiva e tollerante nei confronti di chi, peraltro in larghissima maggioranza, la pensa diversamente la offre Agamben: “Gli avversari che abbiamo di fronte non sono spiritualmente, moralmente e intellettualmente vivi. Sono dei morti”. All’occorrenza, la Commissione Dubbio e Precauzione fa pure le autopsie.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali