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L'infettivologo Di Perri: "La terza dose aumenta la protezione di dieci volte"

I dati di Israele mostrano l'efficacia della terza dose, che ha messo fine alla quarta ondata nel paese. E poi abbiamo monoclonali e antivirali: "Un anno fa avremmo firmato una cambiale in bianco per una situazione così", dice il direttore del dipartimento clinico di malattie infettive dell'Università di Torino

Redazione

"I dati di Israele ci dicono che con la terza dose di vaccino anti-Covid c'è un aumento di protezione dall'infezione di circa dieci volte rispetto a chi ha due dosi. La protezione dalla malattia è di venti volte", dice l'infettivologo Giovanni Di Perri, direttore del dipartimento clinico di malattie infettive dell’Università di Torino. "Questo suggerisce che con il booster potrebbe essere prolungata la 'vita' del vaccino, che entrerà nel calendario stabile poiché l'infezione resterà circolante a vario livello. Se così sarà, anche la validità del green pass potrebbe essere più lunga del previsto e darci modo di avere una vita più agile". 

  

La terza dose ha messo fine alla quarta ondata (quella della variante delta) vissuta da Israele a partire da questa estate. Ieri, per la terza volta in una settimana, nello stato ebraico sono stati registrati zero decessi da Covid. Il paese, primo in occidente ad aver iniziato la campagna vaccinale quasi un anno fa, è un laboratorio che anticipa le tendenze rispetto ai dati sull’efficacia vaccinale.

     

    

     

"Appena ci sarà la possibilità", dice Di Perri, "vaccinerò volentieri i miei figli: in età relativamente giovane il vaccino rende molto meglio. Lo abbiamo sempre saputo, i vaccini funzionano peggio in chi ne avrebbe più bisogno. In età scolare il rendimento è straordinario". E aggiunge, riguardo alla situazione italiana: "Un anno fa avremmo firmato una cambiale in bianco per avere questa situazione. Sugli ospedali arrivano pochi casi, questo significa che lo schermo tiene. Ci saranno novità che miglioreranno il quadro, come gli anticorpi monoclonali che in questo momento usiamo in terapia avranno l'autorizzazione a essere usati in profilassi per chi non può vaccinarsi. Arriveranno due pillole antivirali che riducono dell'80 per cento il rischio di una malattia evolutiva".