(foto LaPresse)

la campagna vaccinale

Via alla terza dose in Italia, ecco da quali patologie si inizia

Giovanni Rodriquez

È pronta la circolare del Ministero della Salute: si parte il 20 settembre. Corsia prioritaria per soggetti trapiantati e immunocompromessi. Si useranno solo vaccini Pfizer e Moderna

Pronta la circolare del Ministero della Salute per la somministrazione delle terze dosi. Si partirà dal 20 settembre, come già annunciato dal commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo. Nel documento firmato dal direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, si spiega che, in base alle indicazioni del Cts, “si considera prioritaria la somministrazione della dose addizionale nei soggetti trapiantati e immunocompromessi”.  Verranno utilizzati indistintamente solo vaccini mRna. Si ricorrerà a Pfizer per gli over 12 e a Moderna per gli over 18. La dose addizionale va somministrata dopo almeno 28 giorni dall’ultima dose. 

 

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Terza dose vaccino, a chi spetta

 

In particolare sono incluse le seguenti condizioni (che potranno essere aggiornate sulla base di evidenze disponibili):
- trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;
- trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica);
- attesa di trapianto d’organo;
- terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CAR- T);
- patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure;
- immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.);
- immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.);
- dialisi e insufficienza renale cronica grave;
- pregressa splenectomia;
- sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+ < 200cellule/μl o sulla base di giudizio clinico.
 
La circolare, come spiegato dallo stesso Rezza nel corso della conferenza stampa della scorsa settimana, pone poi una distinzione tra dose addizionale e “booster”. Per dose addizionale, si spiega che si intende "una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria. Al riguardo, le attuali evidenze sui vaccini anti Covid-19 in soggetti sottoposti a trapianto di organo solido o con marcata compromissione della risposta immunitaria per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici e che abbiano già completato il ciclo vaccinale primario, mostrano un significativo beneficio, in termini di risposta immunitaria, a seguito della somministrazione di una dose aggiuntiva di vaccino".

Per quanto invece riguarda la dose “booster”, si intende "una dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale". La dose “booster” va somministrata dopo almeno sei mesi dall’ultima dose. Sappiamo già che questa dovrebbe essere somministrata, in via prioritaria, a over 80 e residenti nelle Rsa ad iniziare da fine anno. Più in là verrà poi valutata la possibilità di richiamo anche per alcune categorie, a cominciare dal personale sanitario.

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