Le prossime mosse

Ora il governo accelera sulla terza dose: "Entro dicembre per 50enni e insegnanti"

Ruggiero Montenegro

"L'obbligo vaccinale per alcune categorie non è assolutamente un tabù e siamo pronti a prenderlo in considerazione", ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa

“È ragionevole pensare che già entro fine anno ci possa essere un ampliamento della platea dei destinatari della terza dose, pensiamo ai 50enni e ad alcune categorie come gli insegnanti”: il sottosegretario alla Salute Andrea Costa indica la strada e i tempi per affrontare la nuova fase della pandemia, “una scelta che la politica italiana fa sulla base di indicazioni scientifiche”. E di considerazioni legate al contesto, alla lieve risalita dei contagi (ieri sono stati 2.834 i positivi, con 41 decessi), che al momento non preoccupa ma impone quantomeno una riflessione, e al confronto con altri paesi europei, come l'Inghilterra, dove il virus ha ripreso a correre un po' più forte.

   

E allora, ha detto ancora Costa, “Voglio lanciare un appello a tutti coloro per cui è prevista e raccomandata la terza dose: iniziate a prenotarvi sulle piattaforme regionali e sottoponetevi alla somministrazione addizionale. È un passaggio fondamentale per proteggere ulteriormente e nel migliore dei modi i nostri concittadini". Al momento, la raccomandazione del cosiddetto booster riguarda gli over 60, il personale sanitario e i soggetti fragili: una possibilità raccolta per ora da oltre 1 milione e 400mila italiani, il 27,5 per cento della platea individuata. A cui si aggiungono quasi altre 280 mila terze dosi “addizionali”, quelle cioè destinate, come si legge nella circolare ministeriale, “al completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria". 

"L'obiettivo è quello di raggiungere il 90 per cento dei vaccinati, a quel punto credo che si possa aprire una fase nuova e rivedere anche le misure restrittive, come l'utilizzo del green pass", ha aggiunto Costa a Radio Cusano. "Ormai sappiamo che non possiamo più parlare di immunità di gregge, perché anche un vaccinato può contrarre il virus, ma lo contrae in maniera molto più lieve. L'obiettivo del governo è fare in modo che nessun cittadino muoia più di covid e che nessuno finisca più in terapia intensiva. L'obiettivo del 90 per cento crea queste condizioni".

  

I vaccini nelle scuole e la dad

La posizione del sottosegretario ha subito trovato una sponda favorevole nel mondo della scuola, nelle parole di Antonello Giannelli: "Priorità massima: prima si fa, meglio è", ha detto il capo dei presidi italiani, "siamo favorevoli a inserire il personale scolastico per la terza vaccinazione, immediatamente dopo quello sanitario. Chi lavora a scuola va schermato al massimo per limitare le possibilità di trasferimento del virus". Intanto è attesa per oggi, al massimo per domani, la decisione da parte del ministero della Salute e di quello dell'Istruzione su dad in caso di positività: la quarantena, per elementari, medie e superiori, non sarà più automatica per tutta la classe dopo un solo contagio, ma dovranno essere almeno 3. Il nuovo protocollo introdurrà inoltre la differenziazione tra vaccinati e non vaccinati: ai primi sarà risparmiato l'isolamento, sottoponendosi due volte al tampone.

   

L'obbligo vaccinale per alcune categorie "non è tabù", dice Costa

"L'obbligo vaccinale per alcune categorie non è assolutamente un tabù e siamo pronti a prenderlo in considerazione", ha detto ancora il sottosegretario, sostanziando così la posizione: "Non è corretto che chi si è vaccinato debba sopportare misure restrittive a causa di una minoranza che non si è vaccinata. Le scelte non saranno molte: o proseguire con le misure restrittive imponendole anche a chi si è vaccinato, o introdurre delle distinzioni, o introdurre degli obblighi vaccinali per alcune categorie come alcune fasce d'età over 50 e over 60, dove ci sono molti concittadini che non si sono vaccinati e alcune categorie a stretto contatto con il pubblico".

  

Il richiamo per il vaccino Janssen

Aifa. l'Agenzia italiana del farmaco ha dato oggi il via libera al richiamo per chi si è vaccinato con Janssen (Johnson&Johnson), che inizialmente prevedeva una singola dose. Dopo l'approvazione della Fda americana, e sulla base delle indicazioni dell'Ema, si ricorrerà alla vaccinazione eterologa con Moderna o Pfizer, a sei mesi dalla somministrazione di J&J. Bisognerà capire ora se il richiamo sarà destinato agli over 60 o a tutti coloro i quali hanno ricevuto il siero monodose, (quasi un milione e mezzo, il 2,52 per cento della popolazione vaccinabile).

  

La campagna vaccinale

In totale, e nonostante il calo delle prima dosi - ieri circa 15mila - gli italiani vaccinati sono quasi 45 milioni, l'83 per cento della popolazione over 12. Una percentuale che presto dovrebbe raggiungere l'86 per cento, considerato il numero delle prime dosi.

 

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