(foto d'archivio Ansa)

Gli edili della Cgil partono con la campagna Sì vax, in solitaria

Nunzia Penelope

La categoria dei lavoratori delle costruzioni e del legno si è data da fare: prima con un volantino per diffondere il verbo vaccinale. In programma l'organizzazione di assemblee partecipate da scienziati e medici

Dopo le polemiche, qualcosa nel sindacato inizia a muoversi. Ieri gli edili della Cgil hanno rotto gli indugi e lanciato ufficialmente la loro campagna pro vaccini: il primo passo consiste in un volantino che si rivolge a tutti i lavoratori, iscritti e non, chiedendo loro di aiutare il sindacato nel sostenere e diffondere il “verbo” vaccinale. 

Il testo è molto esplicito, senza possibilità di dubbi o equivoci interpretativi: “Vacciniamoci”, è il secco incipit, scritto in maiuscolo e ben visibile. Seguono tre motivazioni altrettanto nette: “Io mi vaccino perché – si legge nel volantino – difendo la salute mia e di chi mi sta intorno, a partire dalle persone più fragili;  perché pretendo di lavorare in serenità e sicurezza; perché voglio contribuire al rilancio del paese”. Insomma, niente mezze misure, nessun ammiccamento ai No vax, anzi.

 

L’iniziativa  si deve ad Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea-Cgil (la categoria dei lavoratori delle costruzioni e del legno, assai numerosa quanto a iscritti e addetti, anche se mediaticamente meno visibile rispetto ai metalmeccanici), che già alla fine di luglio, nel corso di un direttivo della Cgil, aveva fatto presente alla confederazione l’opportunita’ di lanciare una campagna pro vaccino nelle aziende. L’idea era quella di trasformare i Comitati Covid, formati dai sindacati per la gestione dei protocolli di sicurezza, in altrettanti Comitati pro vaccino. La proposta però non era stata presa in considerazione, forse anche per  via di una certa sottovalutazione del problema No vax, che sarebbe invece emerso nettamente nelle settimane di agosto.

Sta di fatto che adesso gli edili della Cgil hanno deciso di muoversi in autonomia, prendendo l’iniziativa. In attesa degli incontri tra sindacati e governo e tra sindacati e Confindustria, in attesa che qualcuno decida qualcosa, spiega Genovesi, “abbiamo deciso di fare qualcosa noi. Anche perché la nostra gente, gli edili, stanno già tornando al lavoro, e non c’è tempo da perdere”.  Il volantino, distribuito tra i lavoratori e promosso sui social e sulle pagine web del sindacato, oltre che un segnale politico preciso, è  solo il primo passo della campagna Fillea-Cgil: il successivo sarà proporre alle aziende l’organizzazione di una tornata di assemblee interne, specificamente dedicate alla discussione sui vaccini. A questi appuntamenti saranno chiamati a partecipare anche divulgatori scientifici, esperti e medici: “Penso che sia necessaria la loro presenza, perché potranno spiegare direttamente e autorevolmente tutto quello che c’è da sapere, rispondendo, meglio di quanto potremmo fare noi sindacalisti, alle domande, alle inquietudini e alle incertezze dei nostri lavoratori”. 

Le assemblee dovrebbero iniziare dai grandi cantieri – Brennero, Napoli-Bari, Statale 106, ecc. –  e dalle principali imprese. Nei prossimi giorni verranno contattate anche Cisl e Uil per cercare di svolgerle in modo unitario.  “Se anche riuscissimo a convincere un solo lavoratore in più, sarebbe comunque un vaccinato in più,  e dunque un successo”, dice Genovesi, che a sua volta è a favore dell’obbligo vaccinale. L’iniziativa degli edili è comunque la prima di questo genere nel sindacato, ed è abbastanza singolare che arrivi soltanto adesso. Nei prossimi giorni si vedrà se altre categorie seguiranno l’esempio o se ci sarà, come sarebbe auspicabile, un’iniziativa delle confederazioni. Che per ora si muovono in ordine sparso: la Cisl punta al  vaccino obbligatorio, ma è la sola a chiederlo, mentre la Uil tace e la Cgil si limita a ribadire che, se il governo varasse un provvedimento simile, non si metterebbe di traverso. 

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