Cambiano i parametri per i colori delle regioni. Ecco come

Giovanni Rodriquez

Alla fine le richieste delle regioni sono state accolte: l'indicatore di riferimento sarà l'incidenza e non più l'Rt. A determinare il passaggio da una zona all'altra anche l'occupazione dei reparti ospedalieri e il rischio di peggioramento nel breve termine 

Resta la classificazione a colori delle regioni ma cambiano ufficialmente i parametri con i quali si entrerà in zone rossa, arancione, gialla e bianca. Il parametro 'guida' non sarà più l'Rt ma verrà attribuito rilievo primario al parametro dell’incidenza (numero di casi di contagio su 100.000 abitanti). La percentuale di incidenza verrà individuata e validata dalla Cabina di regia e, parallelamente, verrà monitorato il numero di tamponi effettuati da ciascuna regione per evitare che bassi livelli di incidenza siano determinati esclusivamente dalla mancata ricerca di casi. Da ultimo, si prenderà in considerazione il tasso di occupazione da parte dei pazienti Covid dei posti letto di terapia intensiva e area medica.

 

Questo quanto previsto dal nuovo decreto approvato lo scorso lunedì in Consiglio dei ministri, che recepisce l'accordo trovato la scorsa settimana tra governo e regioni su come continuare a monitorare l'epidemia. Così come avvenuto per il coprifuoco, si è scelta quindi la via della gradualità. Ricordiamo infatti che inizialmente alcune regioni spingevano per il totale superamento non solo dell'indice Rt ma anche dello stesso sistema di classificazione a colori. E questo per semplificare i criteri che regolano le chiusure.

 

I nuovi parametri 

Zona bianca: le regioni nei cui territori l’incidenza settimanale dei contagi è inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive.

Zona gialla: le regioni nei cui territori alternativamente:

  1.  l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 50 e inferiore a 150 casi ogni 100.000 abitanti;
  2. l’incidenza settimanale dei casi è pari o superiore a 150 e inferiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti e si verifica una delle due seguenti condizioni:
  • il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti Covid è uguale o inferiore al 30 per cento
  • il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti Covid è uguale o inferiore al 20 per cento

Zona arancione: le regioni nei cui territori l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 e inferiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti. Se però l’occupazione di letti in terapia intensiva è superiore al 30% e in area medica è superiore al 40% la regione passa in zona rossa. Al contrario, se l’occupazione dei letti in terapia intensiva è inferiore al 20% e in area medica inferiore al 30% la regione è in zona gialla.

Zona rossa: le regioni nei cui territori alternativamente:

  1.  l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti
  2. l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 e inferiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti e si verificano entrambe le seguenti condizioni:
  • il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti Covid è superiore al 40 per cento;
  •  il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti Covid è superiore al 30 per cento.

 

Inoltre, in ragione del fatto che l’incidenza e l’occupazione dei posti letto non sono parametri previsionali ma riflettono la situazione attuale, verrà affiancato a questo nuovo sistema di valutazione un ulteriore sistema con indicatori precoci, idonei a indicare un rischio di peggioramento nel breve termine (ad es. Rt, proiezioni dell’occupazione dei posti letto a 30 giorni, ecc.). Nello specifico, il decreto dispone il rinvio a un decreto del ministro della Salute che, d’intesa con la Conferenza stato regioni, provvederà ad individuare quali parametri - tra quelli di cui al DM 30 aprile 2020 - dovranno essere utilizzati a questo scopo. Pertanto, sulla base della valutazione svolta con questi indicatori, le misure previste per le regioni in zona arancione potrebbero essere applicate anche alle regioni che, sebbene si collochino in zona gialla, denotino un livello di rischio alto.

 

L’obiettivo, come aveva spiegato nei giorni scorsi il presidente della Conferenza delle regioni, Massimiliano Fedriga, "è quello di avere parametri chiari, fortemente semplificati, in grado di generare automatismi per quel che riguarda gli scenari che coinvolgono le attività sociali ed economiche. A seguito della situazione pandemica contingente nel Paese è prioritario superare l’attuale incidenza dell’Rt sintomatici come parametro guida per determinare lo scenario nei diversi territori, a vantaggio del tasso di incidenza e del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in area medica". Una richiesta, quest'ultima, prontamente accolta dal governo con il nuovo decreto. In sintesi possiamo dire che, per delineare gli scenari regionali nelle prossime settimane, il parametro guida sarà quello dell’incidenza, dal momento che - allo stato attuale - i reparti di terapia intensiva e area medica disegnano a livello nazionale un’Italia da zona gialla.

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