editoriali

La causa della causa ad AstraZeneca

Redazione

La fase della scarsità di vaccini è superata, l’Ue non ha più bisogno di AZ

La Commissione europea porta AstraZeneca in tribunale per non aver rispettato il contratto sulla fornitura di vaccini contro il Covid: l’azienda avrebbe dovuto consegnare 300 milioni di dosi entro giugno e, se tutto va bene, ne consegnerà la metà. La casa farmaceutica, dal canto suo, dice di accogliere con favore la possibilità di dimostrare che non c’è alcuna irregolarità, in quanto la produzione di un vaccino è molto complicata  ed è stato fatto tutto il possibile per rispettare il contratto: entro aprile l’Ue dovrebbe ricevere 50 milioni di dosi. Al di là di quale sarà l’esito della causa, che potrebbe durare a lungo, se c’è una cosa positiva che questa denuncia indica è il mutato contesto dell’offerta di vaccini. Se la Commissione europea ha deciso di denunciare AstraZeneca è proprio perché, a differenza di qualche mese fa, ora può farne a meno: l’obiettivo è ottenere presto quante più dosi possibili e poi chiudere il contratto a giugno, proprio perché ci saranno forniture a sufficienza da parte di altri produttori (in primo luogo Pfizer, ma molto probabilmente anche altri vaccini come CureVac).

 

Ieri il commissario  straordinario Figliuolo ha dichiarato che nel trimestre aprile-giugno arriveranno in Italia “62 milioni di vaccini” e “per il prossimo trimestre circa 94 milioni di dosi”. Quello che sta cambiando rapidamente è il contesto globale. Sempre ieri anche gli Stati Uniti, che finora hanno bloccato l’export di vaccini,  vista la grande abbondanza di Pfizer e Moderna, hanno finalmente dato la disponibilità a condividere con il resto del mondo il  loro stock di 60 milioni di dosi AstraZeneca (non ancora approvato in Usa). Un altro segnale che la fase della scarsità sta per essere superata.  A livello mondiale, ad aprile, è stato tagliato il traguardo di 1 miliardo di dosi prodotte e, secondo le proiezioni dell’industria farmaceutica, entro  fine anno si può arrivare a  produrre 10 miliardi di dosi, una quantità che  farebbe raggiungere una sorta d’immunità di gregge a livello globale entro marzo 2022. Sarebbe un risultato inimmaginabile un anno fa.

Di più su questi argomenti: