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Troppe donne muoiono per problemi alimentari. Idee per prevenire questi disturbi

Simona Tironi

In Lombardia nasce la Rete regionale per la prevenzione e la cura dei disturbi alimentari. L’importanza di diffondere la consapevolezza del tema

Il 16 febbraio il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la mia proposta di legge su prevenzione e cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione
La proposta è nata da una serie di visite alle strutture lombarde che si occupano di queste patologie e si è perfezionata a seguito di un proficuo confronto sia con i professionisti del settore che con le famiglie e i caregiver dei pazienti.

 

I disturbi alimentari sono da tempo la seconda causa di morte della popolazione femminile italiana in adolescenza dopo gli incidenti stradali e colpiscono un numero crescente di giovani. Stime prudenziali dicono che a livello nazionale la presenza di anoressia conclamata si riscontri in almeno 25 mila giovani donne, 100 mila avrebbero forme di bulimia, ma non è improbabile pensare che tra la popolazione generale si arrivi a qualche milione di casi. Sono numeri che impongono un intervento di per sé e che richiedono ancor più risolutezza nell’azione alla luce dell’incremento tra i nostri giovani del disagio psicologico riscontrato in questo anno difficile. 

 

A partire da queste premesse, valorizzando le realtà presenti in Lombardia e rafforzando in modo sussidiario la rete informale che esiste tra loro, la nuova legge lombarda prevede la costituzione di una Rete regionale per la prevenzione e la cura dei disturbi alimentari e la creazione di una Cabina di regia che la coordini, predisponga le linee guida necessarie per rispondere ai bisogni, migliori l’approfondimento conoscitivo e si impegni su temi come quello delle liste d’attesa. In un’ottica di rete capillare, la legge prevede l’implementazione in ogni Azienda sociosanitaria territoriale (ASST) di interventi ambulatoriali per l’intercettazione precoce, la diagnosi e l’invio dei pazienti ai contesti di cura e alle strutture più appropriati. Tra cui le neo costituite unità funzionali specialistiche adibite al trattamento anche ospedaliero dei pazienti, nelle quali saranno create equipe funzionali composte da tutti i professionisti della salute necessari per un intervento di cura a tutto tondo. Sono inoltre previsti interventi di informazione e formazione.

 

Per le azioni definite dalla legge, sono stati stanziati un milione e mezzo di euro l’anno per i prossimi tre anni. Risorse significative e tanto più utili quanto più si riuscirà a diffondere la consapevolezza su un tema che ha a che fare con l’impegno intergenerazionale che deve farci mettere in campo azioni, da un lato, per i più fragili tra i nostri anziani, dall’altro, per i nostri giovani. 

 

È in quest’ottica che insieme all’impegno legislativo, sto lavorando per coinvolgere chi può dare un contributo; a partire dall’amica Ambra Angiolini, che si è messa a disposizione per avviare progetti con le nostre ragazze e i nostri ragazzi. L’impegno bipartisan assunto dal Consiglio regionale sulla mia proposta di legge è un buon indicatore dell’avvio di un percorso condiviso. Mi pare un ottimo primo passo.

 

Simona Tironi
Vicepresidente Commissione Sanità e Politiche Sociali, Regione Lombardia

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