Foto: Erik Witsoe

Bandiera bianca

La magia (per un attimo) del grande schermo

Antonio Gurrado

Tornare al cinema dopo tanto tempo è un'inebriante sensazione di sogno, tra quotidianità e fantasia. Poi però ecco il vicino chiassoso, lo spargitore di popcorn. E addio idillio

Sono andato al cinema. Per rassicurarmi – era la prima volta dopo tanto tempo – hanno trasmesso una pubblicità che mostrava protagonisti di vari film italiani mimetizzati come bigliettai, maschere, baristi, addetti alle pulizie, pubblico in fila o in platea. Era un modo di dirmi che, varcando la soglia del cinema, entravo in un mondo di sogno, in cui sfumavano i confini fra quotidianità e fantasia, dove si perdeva la distinzione fra i due lati dello schermo e si verificava l’identificazione mistica fra attori e spettatori; un vero paradiso.

 

Subito dopo, per rinfrescarmi la memoria – era la prima volta dopo tanto tempo –, hanno trasmesso una pubblicità ammonitrice sui comportamenti da non tenersi in sala: ecco dunque apparire sullo schermo il vicino di posto che ride col risucchio, quello che sparge popcorn come un cinghiale, quello che sbircia lo smartphone a luminosità massima, quello che commenta ad alta voce, quello che… Come a dire: hai voluto evadere dalla quotidianità uscendo di casa e tradendo la tv per la magia del grande schermo? Bravo, ora anziché la fantasia ti becchi la realtà, anziché il sogno l’incubo, anziché il paradiso ecco l’inferno, cioè gli altri. Ma era troppo tardi, e il film è incominciato.

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