Eleonora Abbagnato (f oto LaPresse)

Roma capoccia

Giovani coreografi al teatro dell'Opera. Parla Abbagnato

Elena La Stella

“E’ tornato molto interesse per il mondo della danza”, dice la  direttrice del corpo di ballo dell’Opera di Roma

Da oggi, fino al 2 Febbraio, il Teatro dell’Opera di Roma guarda al futuro della danza con le serate giovani coreografi contemporanei. “Questo teatro è un esempio virtuoso: grazie ai sovrintendenti che ho avuto, che credevano nella danza, siamo riusciti a risollevare il corpo di ballo”, racconta Eleonora Abbagnato, étoile dell’Opéra di Parigi, direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma e della scuola di danza del Teatro. “ E’ stato faticoso”, dice. “Perché il mondo della danza era un po’ dimenticato, ma adesso trovo che ci sia tanto interesse. E’ molto positivo questo periodo, spero che si riescano a riaprire altri corpi di ballo, anche se è difficile.” 

L’Opera di Roma è un’istituzione che dal 1928 ha formato centinaia di danzatori, punto di riferimento nel panorama nazionale. Molti giovani, infatti, decidono di allontanarsi dalla famiglia per seguire questo percorso, attraversando anche momenti di sconforto e di dolore. “Questa disciplina lascia ai giovani qualcosa di speciale, una forza e una consapevolezza non solo a livello fisico, ma anche mentale e psicologico. Sono molto supportati da noi perché questa è una generazione più sensibile, passano ore con maestri che vivono per loro, perché possano realizzare il sogno".

Le asperità del percorso artistico e l’aleatorietà del successo professionale non garantiscono a tutti di farcela, ma questa disciplina costituisce un bagaglio prezioso anche nella vita fuori dal palcoscenico. “Hanno qualcosa di speciale questi ragazzi perché spendono il loro tempo e la loro infanzia nelle sale di danza invece di vivere una vita normale. Avere questa disciplina dentro di sé è una grande dote, che li aiuterà, li renderà forti, determinati, li proteggerà per tutta la vita.” Eleonora Abbagnato ricorda la sua infanzia e il ruolo fondamentale dei genitori in quegli anni preziosi e difficili, decisivi per la costruzione della sua personalità e della sua figura artistica. “Soprattutto mia mamma mi ha sempre supportata e, quando soffrivo la loro mancanza, anche se mi voleva riportare a casa, mi lasciava libera di scegliere".

Oggi tocca a lei il delicato compito di guidare la primogenita Julia, che studia alla Scuola di Danza del Teatro. “Bisogna farli volare da soli, noi genitori dobbiamo essere bravi e lasciarli scegliere. L’esempio più bello è nelle parole di Jannik Sinner che, quando ha vinto, ha ringraziato i suoi genitori per averlo lasciato libero di seguire la sua passione.”

Otto anni di formazione, al termine dei quali viene rilasciato il diploma. La scuola offre una preparazione completa, che comprende, oltre allo studio della danza classica, molte altre discipline pratiche e teoriche. Durante questi anni, i ragazzi si esibiscono in spettacoli organizzati dalla scuola, lezioni dimostrative, saggi e possono affiancare i professionisti nelle produzioni del Teatro. 
La presenza di un unico direttore per entrambe le istituzioni garantisce unità di stile e progettualità della formazione. “Penso che ci sia un legame molto forte fra la scuola e il corpo di ballo, perché così sono stata abituata all’Opéra di Parigi”. Per i ragazzi significa progredire con una direzione chiara e inequivocabile, ma anche una possibilità più concreta di diventare professionisti entrando a far parte della compagnia.

La scuola di danza e il corpo di ballo celebreranno il centenario della nascita di Roland Petit (1924-2011), coreografo di fama mondiale, a cui Eleonora Abbagnato è legata da quando, tredicenne, interpretò Aurora nella sua Bella Addormentata. “Ci tengo a omaggiarlo; peccato che in altri teatri se ne parli poco ormai, non possiamo dimenticare questi balletti e questi grandi coreografi. Roland Petit amava i teatri italiani. Con lui ricordo momenti difficili, era esigente e voleva il massimo dai suoi artisti, però era fedele: non ha mai abbandonato quelli che amava veramente”.

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