Foto di Orlando Paride via Wikimedia Commons 

Roma Capoccia

 Civita di Bagnoregio, la città che non muore più

Gianluca Roselli

Tra il 2017 e il 2019 il flusso continuo di turisti era inarrestabile. Ora è tornato gestibile e si attende l’Unesco

L’ultimo riconoscimento è arrivato a fine ottobre. A Civita di Bagnoregio, insieme a Lerici e Sabbioneta, è stato assegnato il premio Best Tourism Village 2023, titolo per i luoghi dal turismo sostenibile. Niente di più meritato per il “borgo sospeso nel vuoto” in provincia di Viterbo, dal 2013 meta di pellegrinaggio da tutto il mondo. La “Mont Saint Michel” italiana, cui il genio giapponese dell’animazione Hayao Miyazaki ha voluto rendere omaggio con La città incantata, nel 2001. Altrimenti detta “la città che muore”, secondo la definizione di Bonaventura Tacchi, anche se adesso, almeno per l’economia, non muore più.

C’è stato un momento, tra il 2017 e il 2019, che il flusso continuo di turisti era inarrestabile, sfiorando addirittura le 10 mila presenze giornaliere nei periodi clou. Il pericolo era di diventare come Venezia o le Cinque Terre. Il problema, però, è che qui situazioni simili non sono praticabili proprio per la fragilità del territorio, dove ancora si registrano frane. Con il biglietto d’ingresso portato a 5 euro e una maggiore consapevolezza dell’amministrazione, le visite ora si sono assestate su flussi gestibili. In agosto 2023, per esempio, si sono registrate 65 mila presenze: l’80 per cento sono italiani, 5 dalla Cina, 3 da Usa e Taiwan, poi Sud Corea e Germania. “Abbiamo la fortuna di essere tra Firenze e Roma, così molti tour operator fanno tappa. La sosta forzata dovuta alla pandemia ci ha permesso di organizzarci meglio su ricettività e parcheggi. Non vogliamo tornare agli eccessi di qualche anno fa, perché questo è un luogo che deve la sua bellezza proprio alla sua fragilità”, osserva il sindaco, Luca Profili. Se Bagnoregio fa 3.500 residenti, dentro il borgo di Civita non si arriva a 15 persone. Al contempo i posti letto, tra b&b e case vacanza, sono arrivati a un’ottantina. Con una ventina tra bistrot e ristoranti. “Dal 2017 abbiamo posto il divieto a nuove aperture, altrimenti si rischiava il collasso”, aggiunge il sindaco. Tanti i personaggi che si sono innamorati e hanno comprato casa: Paolo Crepet, Giuseppe Tornatore, Alessandro Michele, Claudio Baglioni. “Io sono arrivato trent’anni fa. Qui bisogna fare manutenzione della bellezza. Il borgo va reso visitabile, anche con piccoli eventi culturali, ma con dei limiti e una giusta programmazione. Va maneggiato con estrema cura”, sostiene Paolo Crepet. La prossima tappa, alla portata, è diventare patrimonio dell’Unesco.

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