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roma capoccia - spina di borgo

Il numero due di Kirill saluta (davanti a tutti) il Papa. A Kyiv non faranno i salti di gioia

Matteo Matzuzzi

Il metropolita Antoni incontra il Pontefice in Vaticano. E gli ucraini, che non vedono per niente di buon occhio le strette di mano e gli abbracci tra Francesco e gli emissari del “nemico russo”, si insospettiscono

Ieri, al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro, il Papa ha calorosamente salutato il metropolita Antoni, considerato il numero due del Patriarcato di Mosca. Gli attenti osservatori di questioni vaticane hanno sottolineato come i due abbiano parlato per diverso tempo. E’ difficile immaginare che stessero concordando lì, uno seduto e l’altro in piedi, la celebre “missione” segreta di cui non si può parlare, però in un tempo (e in un pontificato) che ai media tiene tantissimo, è un fatto rilevante.

Antoni non era in gita turistica, ma ha avuto incontri con alti rappresentanti della curia romana, a cominciare dal prefetto del dicastero per le Chiese orientali, mons. Claudio Gugerotti. La Santa Sede è in campo ed è disposta a fare ogni sforzo utile per cercare di circoscrivere, per quanto possibile, la guerra in corso. Ora però a trovarsi in posizione scomoda sono gli ucraini, che non vedono per niente di buon occhio le strette di mano e gli abbracci tra il Papa e gli emissari del “nemico russo”. Il rischio è che a Kyiv si irrigidiscano ancora di più, con danni all’immagine di Francesco (e della Santa Sede) non troppo dissimili da quelli già registrati all’indomani dello scoppio delle ostilità. Si vedrà.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.