Roma Capoccia
Roma matrigna. Così la Schlein affronta gli intoppi locali
Nonostante l'exploit alle primarie nella capitale (quasi il 70 per cento delle preferenze), la città non sarà un terreno facile per la segretaria dem. Sulla sua strada c'è anche l'ex sindaca Raggi
La nuova segretaria del Pd Elly Schlein ha ottenuto consensi oltre il previsto anche a Roma (69,13 per cento contro il 30,87 per cento di Bonaccini). Ma questo non vuol dire che Roma sia per lei terreno facile, anzi. Non a caso, domenica scorsa a “Che tempo che fa” nel salotto di Fabio Fazio, su Rai3, Schlein, a domanda sul termovalorizzatore (a cui il sindaco Roberto Gualtieri guarda), ha risposto senza rispondere nel merito: “Ci confronteremo con i nostri amministratori locali sulla base del lavoro che stanno facendo dappertutto. Sicuramente su alcuni temi chiederemo maggiore impegno”. Maggior impegno, sì, ma in chiave ambientalista: così sono state lette, nella minoranza pd, le parole della segretaria.
Non solo: sulla strada di Schlein, a Roma, si incontra anche l’ex sindaca Virginia Raggi, tradizionalmente non proprio una sostenitrice del campo largo (fallito intanto, mesi fa, anche sull’inceneritore). Inceneritore su cui Schlein dovrà presto uscire dall’ambiguità, come le ricorda il Terzo Polo. È vero però che la neo segretaria, a Roma, può contare e ha contato sul sostegno di parlamentari come Michela Di Biase, sua grande elettrice, e su alcune figure chiave, dall’ex assessore e urbanista Giovanni Caudo, molto stimato dalla neo segretaria, al vicesegretario del Pd laziale Enzo Foschi, alla consigliera regionale pd Marta Bonafoni – che potrebbe entrare nella nuova segreteria e che ha sostenuto la candidatura Schlein dal primo momento, in chiave di recupero degli elettori delusi.
Al Comune, intanto, la consigliera comunale pd Svetlana Celli, anche presidente dell’Aula, ha salutato l’avvento di Schlein come l’incarnazione di “una nuova speranza per il Pd”, rivolgendosi poi indirettamente al sindaco, per sottolineare la necessità di “una squadra compatta e coesa, davvero calata nelle difficoltà dei romani, e di una giunta che dialoghi con i consiglieri, collante e cerniera con la città”. Il successo di Schlein, ha detto Celli, “così come la forte mobilitazione di tante persone, molte non iscritte al Pd, che si sono recate ai gazebo per le primarie, sono un segnale che non dobbiamo sprecare”. Intanto, già a fine febbraio, era stato Foschi a preparare il terreno: “Tra gli iscritti, contro ogni pronostico, a Roma prevale Schlein. Andiamo tutti e tutte ai gazebo per vincere anche le primarie e cambiare questo partito”. Così è stato, ma Roma resta, per Schlein, il luogo da tenere sotto controllo.
Dopo il concorso, il nulla?