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Odore di sconfitta: ecco cosa si rinfaccerà a Schlein quando anche lei non vincerà

Saverio Raimondo

Bisogna che il Pd non si faccia cogliere impreparato, e pensi sin da subito a quale sarà l’analisi della disfatta. Ma dopo anni di voto con il naso turato, ora è diverso. Cosa ci si inventerà per biasimare la neo segretaria?

Ora che Elly Schlein è la nuova segretaria del Pd (che poi “segretaria” va bene o è degradante? Per retaggio patriarcale, se dico che una è “la segretaria” non sto dicendo che è la leader ma l’assistente del capo, quella che gli tiene l’agenda; in certi ambienti è persino sinonimo allusivo di “amante”… Fatemi sapere come la dobbiamo chiamare che in caso correggo!), ora che Elly Schlein è a capo del Pd, dicevo, bisogna che il Partito democratico non si faccia cogliere impreparato, e pensi sin da subito a quale sarà l’analisi della sconfitta il giorno dopo le elezioni.

Perdere con Elly Schlein infatti sarà diverso rispetto alle sconfitte con Enrico Letta o Matteo Renzi: è giovane, è donna, è omosessuale o comunque fluida; e dice le cose che l’elettore del Pd vuol sentirsi dire, così è contento. Il repertorio da day after non potrà essere lo stesso degli ultimi vent’anni. Se attacchi Elly Schlein – o anche solo la critichi – come sono stati attaccati e criticati i precedenti leader del Pd puoi beccarti del vecchio maschilista omofobo, insomma sei di destra. Con Elly Schlein l’elettore e l’elettrice del Pd rischiano di perdere la facoltà che più li ha contraddistinti negli ultimi anni: l’odio manifesto per il proprio candidato rappresentante, sempre disprezzato più dell’avversario politico. A ’sto giro cioè gli elettori di sinistra rischiano di perdere l’identità. Sono anni infatti che a sinistra vanno a votare (se vanno…) turandosi il naso; che succederà stavolta, se andranno a votare a narici spiegate? In democrazia votano tutti, l’odore nei seggi è piuttosto forte e pungente, specie dentro le cabine elettorali; l’elettore di sinistra reggerà all’olezzo del suffragio universale o avrà un conato, uno svenimento?

La novità Elly Schlein comporta anche un rinnovato lessico della sconfitta: non saranno più valide certe analisi, certe parole, certe recriminazioni. Cosa rinfaccerà l’elettore di sinistra a Elly Schlein, quando anche lei non vincerà? Sicuramente le origini ebraiche, che tanto l’antisemitismo si porta tanto a destra quanto a sinistra – le famose “convergenze parallele”; ma non si potrà puntare solo sul fatto che Elly Schlein non ha origini palestinesi per dare il ben servito anche a lei, bisognerà trovare argomentazioni più forti per compattare la base. Il colore della pelle, certo: il fatto di essere bianca fa di Elly Schlein una privilegiata sin dai cromosomi, un po’ meno nuova rispetto al vecchio establishment – erano bianchi anche Prodi, Veltroni, Bersani… Forse donna non è abbastanza, del resto ci è persino arrivata la destra con Meloni e ben prima che a sinistra, ormai la donna candidata è reazionaria tanto quanto il maschio; bisognerebbe avere un/una leader transgender. O direttamente transumano: un’intelligenza artificiale a capo del Pd. Chiediamo a ChatGPT di dire qualcosa di sinistra!

Oppure, all’ennesimo cambio di leadership ma prima di dover affrontare anche la prossima, potremmo decidere di aprire gli occhi di fronte a un’evidenza così palese, abbagliante, catarifrangente: che qui il problema non è tanto il Pd né chi lo guida (che sono semmai vittime, ostaggi, poveri diavoli), ma chi lo vota. Un elettorato capriccioso e immaturo, sempre deluso, sempre tradito, prigioniero del proprio personaggio, schiavo dei suoi cliché. Speriamo che Elly Schlein, dopo la segreteria e i capigruppo, cambi anche chi la vota.

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