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Roma Capoccia

Dietro le quinte della sartoria vaticana. “Wojtyla e Ratzinger i più glamour”

Gianluca Roselli

Ety Cicioni, titolare de “I sarti del Borgo” che dal 1997 veste le guardie svizzere, ci racconta il look dentro le mura vaticane: “Con Papa Francesco c’è stata una sterzata verso il minimal”

Ogni Papa ha il suo stile, anche nel look. “Con Papa Francesco c’è stata una sterzata verso il minimal: le parole d’ordine sono sobrietà, semplicità, essenzialità. Alcuni elementi che si usavano con Giovanni Paolo II e con Benedetto XVI ora non vanno più, penso per esempio alle scarpe rosse, alla mazzetta, al camauro, a certi paramenti sacri. Meno rosso e viola, più nero. Meno accessori. Si va più al sodo, senza fronzoli”. A parlare è Ety Cicioni, titolare, insieme al socio Graziano Giordani, de I Sarti del Borgo, ultimi arrivati a Roma in quanto a sartoria ecclesiale, ma che dall’inizio degli anni duemila hanno bruciato le tappe, arrivando al livello di attività con tradizioni secolari, e anche oltre. Come la storica Gammarelli, che dal 1798 veste i papi. O Barbiconi, dal 1825. O Euroclero. I Sarti del Borgo sta a Borgo Pio (via del Mascherino 31), con un negozio con ampie vetrine su strada, anche se parte del loro lavoro è invisibile. 

 

Dal 1997, infatti, Ety Cicioni, abruzzese originario di Giulianova (Teramo), realizza le divise per le guardie svizzere nel laboratorio all’interno delle mura leonine. Un lavoro pazzesco: ogni divisa è composta da 154 pezzi, con 42 bottoni cuciti a mano, per un totale di 39 ore di lavoro. Le guardie possono arrivare a 135 unità, sono tutti ragazzi svizzeri tra i 18 e i 30 anni, altezza minima 1,74, celibi, prestano servizio per almeno 26 mesi e un massimo di 25 anni. Inutile dire che sul lavoro all’interno della Santa Sede la riservatezza è d’obbligo. “La prima volta che entrai nel laboratorio vaticano c’erano vecchie macchine Singer e stavo per rifiutare. Poi ho accettato ed è stato meglio così”, racconta Ety, senza dire altro. Nel 2004, però, decide di aprire un negozio ecclesiale per realizzare abiti religiosi di ogni ordine e grado. “Al di sotto del Papa (ufficialmente servito da Gammarelli, ndr) prendiamo tutti, dal segretario di stato in giù. Prima c’era un aspetto più glamour anche nelle tendenze del vestiario religioso, con Francesco si è tornati a una semplicità quasi spartana. Ci sono meno rossi e viola, meno ricami, meno pizzi e pure camicie con gemelli se ne vendono meno”, spiega Cicioni. I polsini coi gemelli sono e restano un vezzo di padre Georg Ganswein. Così come le scarpe rosse e il camauro (berretto rosso con ermellino) identificavano Ratzinger. Già dal primo affaccio dopo il conclave, il Papa argentino si presentò senza mazzetta (piccola mantella), facendo subito intuire il cambio di stile. 

 

Qui si fanno abiti talari, mantelle, greche (una sorta di soprabito doppiopetto), camicie con collo clergy, cappotti, zucchetti, berrette, i crucicordi, le fasce. Poi tutti i paramenti sacri: piviali, casule, stole, mitrie e rocchetti. E gli accessori. La calza lunga in filo di scozia porpora o viola, ad esempio, ha un suo mercato oltre la religione: è un regalo originale assai. Sobrietà, però, non significa meno business. Nel 2022 Ety Cicioni ha registrato un aumento del 28 per cento sull’anno precedente. “Abbiamo alzato l’asticella e la qualità paga sempre”, osserva Ety. E a Roma la mondanità aiuta: gli alti prelati ricevono inviti in ambasciate, eventi, feste private, quindi tendono ad avere un guardaroba di tutto rispetto. In tempi recenti Ety Cicioni s’è divertito a lavorare per il cinema, con The Young Pope, The Pope e The New Pope di Paolo Sorrentino, e ora hanno appena realizzato gli abiti per un film su Padre Amorth con Russel Crowe. “Con Sorrentino ha prevalso la fantasia, ci ha chiesto cose che nella realtà non esistono”. Un abito talare su misura va da 600 a 900 euro: non pochissimo, ma nemmeno una cosa esagerata. Richieste particolari? “Un predicatore americano mi chiese una serie di mantelli lunghi fino ai piedi”. Ma nel suo negozio Cicioni realizza anche abiti “laici”, per tutti, che rappresentano il 20% dell’attività. Blu e grigi, naturalmente, la fanno da padrone e il prezzo va dai 800 euro in su, a seconda della stoffa: più è pregiata e più il conto sale.

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