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Roma Capoccia

Il circolo Due Ponti festeggia trent'anni all'Auditorium e adesso punta a Roma sud

Gianluca Roselli

Tra padel, tennis, calcio e piscine un pezzo di Roma si muove, fa sport, cazzeggia. “L’idea era ricreare in città l’atmosfera dei villaggi Valtur. Ma il segreto del successo è stato rendere accessibile a tutti l’esclusività del circolo”, dice Emanuele Tornaboni che insieme a suo fratello Pietro ha dato vita a questa impresa

“Caro presidente, quanti siete? Ti faccio subito accomodare…”. E’ un qualsiasi mercoledì e il ristorante del Circolo Due Ponti è strapieno. Gente che va e viene, con prepotenti raggi di sole a riscaldare il pranzo dei soci. Il maestro di cerimonie è Emanuele Tornaboni, uno dei due fondatori, l’altro è suo fratello Pietro: il primo cura le pubbliche relazioni, l’altro segue l’aspetto manageriale. “Dove non arriva l’uno, c’è l’altro”, racconta Emanuele, fiero di una simbiosi che va avanti dal 1992, anno di fondazione del circolo punto di riferimento di quella che Roberto D’Agostino chiama “Roma godona”. La Roma nord fatta di avvocati (a non finire), notai, professionisti, e giornalisti, specialmente Rai: Saxa Rubra è a due passi. “Direttore carissimo…”. Questo spiega la gran frequentazione all’ora di pranzo: non ci sono i travet con mezz’ora di pausa. Quelli semmai vengono più tardi. 

Sì perché è intorno al Due Ponti che un pezzo di Roma si muove, fa sport, cazzeggia e si diverte. Con un occhio al business. “Che mi potresti presentare…?”. Ma ormai gli incontri si fanno da soli, senza intermediari, sui campi di padel. “Il successo di questo sport è che è facile da imparare, ma soprattutto ci giocano le donne. Ha preso il posto del calcetto, che era per soli uomini. Qui arrivano tanti single di ritorno che hanno voglia di socializzare e fare nuove amicizie”, racconta Emanuele. Lui ne è l’esempio: qui ha conosciuto le sue 3 mogli, da cui ha avuto 5 figli. E infatti i campi da padel crescono come funghi: sono 7, anche se il tennis resiste con 17 campi, più 3 piscine, 3 palestre, calciotto e calcio a 5. E dire che tutto iniziò con una palestrina sulla Cassia, negli anni ‘80, quando andava l’aerobica di Jane Fonda. “L’idea era ricreare in città l’atmosfera dei villaggi Valtur. Ma il segreto del successo è stato rendere accessibile a tutti l’esclusività del circolo”, spiega Emanuele. Fino ad allora, infatti, esistevano solo i blasonati Aniene, Tiro a volo, Canottieri, Parioli, ecc. Dove non solo si paga assai, ma bisogna essere presentati. E poi quasi tutti vecchiotti e un po’ noiosi: troppo status, poco divertimento. Qui invece, con 1300 euro annui, è tutta un’altra musica. settimana scorsa c’è stata la festa dei 30 anni all’Auditorium: Sala Sinopoli piena, saluto del sindaco Gualtieri, show di Fiorello, mini-concerto di Fiorella Mannoia e vip a pioggia. “Mi piacerebbe aprire un Due Ponti a Roma Sud”, rivela Emanuele. Che è quasi un ossimoro, ma i Tornaboni ci credono.  
 

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