Carlo Calenda con Emma Bonino (LaPresse)

roma capoccia

La sorte dispettosa che contrappone Bonino e Calenda nel collegio “ztl”

Marianna Rizzini

I due ex alleati parlano la stessa lingua, ma dopo la rottura calendiana verso il Terzo polo, si sfideranno in uno dei collegi uninominali del centro di Roma per il Senato. Tra accuse, frecciate e qualche risentimento

Non doveva andare così, in teoria, e più che altro a monte dell’estate infernale dello scontento partitico a sinistra. Non dovevano trovarsi lì, l’uno contro l’altro armati, Emma Bonino e Carlo Calenda, dirimpettai e avversari, il prossimo 25 settembre, e candidati al Senato in uno dei collegi uninominali del centro di Roma. Ci fosse stato più tempo, chissà. Non ci fosse stato lo scarto calendiano verso il terzo polo, la certezza sarebbe stata certa più che mai: Calenda e Bonino parlano infatti la stessa lingua.

Il problema, infatti, sarà ora non poterla parlare, e doversi esercitare in distinguo sottili per non scontentare (lui) l’elettorato moderato che comunque stima Bonino senza però esagerare (lei) nel polemizzare con l’ex interlocutore privilegiato, pena l’accusa di incoerenza, una delle più ricorrenti e feroci su social, schermi, piazze e interviste. “Felice di avere Emma Bonino come avversaria al Senato”, aveva scritto lui non appena la notizia della corsa era emersa dal buio delle stanze decisionali, “magari riusciremo a confrontarci sui problemi di Roma, lasciando da parte invettive e insulti”. L’ex ministro aveva poi specificato, in altra occasione: “Un confronto con Emma, che vedo sarà candidata contro di me nel collegio di Roma, non può prescindere dalle idee che abbiamo per il territorio. Sono proprio curioso di sentire come le sue idee si distanzieranno dalle mie, visto che nemmeno un anno fa la Bonino ha sostenuto il sottoscritto nella sfida contro il Pd e Roberto Gualtieri per il sindaco…”.

 

Bonino, intanto, aveva minimizzato: “Se temo lo scontro con Carlo? Ho una pauuuura, una pauuuura. Mai dai!”, prendendo però in giro l’avversario ed ex alleato per l’attitudine “all’autopubblicità”: “Quando va in vacanza usa perfino il suo gatto”. E però intanto Bonino aveva definito il passaggio al terzo polo dell’ex ministro come “voltafaccia repentino, immotivato e truffaldino” (risposta di Calenda: “Io sono una persona educata. Ho avuto per te solo parole di stima. Cerca però di non perdere il controllo di te stessa. Grazie”). Non bastasse, ci si è messo anche il segretario pd Enrico Letta, intervistato a “Porta a Porta”: “Calenda porterà via voti preziosi a Bonino, mettendo a rischio la sua elezione in Senato nel collegio di Roma centro”. Chi vincerà? I giorni che separano dalla sfida sono pochi, e i due giocatori si osservano per ora a distanza, in attesa di contendersi da vicino il collegio anche detto “ztl”. 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.