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Il Papa si augura che l'Accordo segreto con la Cina sia presto rinnovato. Intanto, loda Parolin

Matteo Matzuzzi

Secondo Bergoglio il protocollo firmato nel 2018 "va bene". E spende nuove parole di apprezzamento per il suo segretario di stato

Nell’intervista concessa all’agenzia Reuters, il Papa ha parlato anche di Cina, tema sempre tabù per le implicazioni politiche, geopolitiche e sociali che comporta. A giudizio di Francesco, l’Accordo del 2018 circa la nomina dei vescovi ha portato benefici un tempo impensabili e la speranza è che in autunno si possa firmare il rinnovo, visto che l’intesa, appunto, “va  bene”. Jorge Mario Bergoglio è un realista – non ha caso ha ricordato, rivendicandone i successi, l’epoca casaroliana –  e non nasconde che il grado di libertà vissuto dai cinesi in patria varia a seconda delle regioni e dall’atteggiamento delle autorità locali.

Si procede “alla maniera cinese”, cioè lentamente, ma si procede, anche perché intanto si è riusciti a nominare qualche vescovo (sono pochissimi, appena sei). Non pare avere dubbi, il Papa. Di sicuro ne ha qualcuno in più il suo segretario di stato, che mesi fa si augurava qualche modifica all’Accordo. Si vedrà. Intanto, proprio il cardinale Parolin è stato lodato ancora una volta dal Pontefice, che lo ha ormai investito dei negoziati con Mosca e Pechino. Chissà, un bel trampolino di lancio in vista del futuro Conclave, anche se la storia insegna che non sempre chi viene troppo esposto poi conquista il favore dei propri confratelli. 

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.