Roma Capoccia

Zingaretti in imbarazzo. Manca un anno alle elezioni, ma la sua successione è già un caso

Gianluca De Rosa

Per le primarie di centrosinistra è già in campo l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato. Settimana prossima si candiderà anche il vicepresidente Daniele Leodori. Il governatore che per 10 anni ha guidato il Lazio per adesso non si schiera. Mentre l'ex presidente della Provincia Enrico Gasbarra osserva interessato

L’assessore Alessio D’Amato ha già annunciato che sarà della partita. “Se ci saranno, parteciperò alle primarie”. Settimana prossima la stessa decisione potrebbe renderla nota il vicepresidente della giunta Daniele Leodori. Il dopo Zingaretti nel Pd laziale è una questione serissima. Fa gola a tanti. A un anno dalle elezioni, l‘argomento è già prepotentemente sul tavolo delle trattative. Per adesso quello su cui tutti sembrano convenire è questo: per scegliere il candidato ci saranno le primarie. 

Zingaretti avrebbe auspicato un altro metodo. Er saponetta, come lo chiamano i detrattori per sottolineare l’abilità a scivolare tra le decisioni scomode, non ha ancora manifestato una preferenza tra i possibili candidati. Nessun endorsment per la successione, dopo 10 anni alla testa di via Cristoforo Colombo.  Questione questa volta anche di comprensibile imbarazzo. Manca  un anno e ci sono degli equilibri dentro alla giunta che vanno rispettati. I possibili sfidanti sono pur sempre il suo vice e l’assessore con cui negli anni della pandemia ha lavorato a più stretto contatto.


Nel Pd in tanti sono certi. “Sta con D’Amato”. Una convinzione che si deve essere rafforzata la scorsa settimana quando Zingaretti sulle primarie ha detto: “Ribadisco che deve esserci protagonismo della politica. Vorrei mettere in condizione chiunque sia il candidato di poter lottare a testa alta”. Ad alcuni è sembrato un assist a D’Amato. Secondo i primi sondaggi infatti l’assessore alla Sanità sarebbe un candidato vincente contro il centrodestra. Ma alle eventuali primarie tra lui e Leodori non ci sarebbe partita. Il primo, ex Rifondazione, è un outsider del centrosinistra, mentre l’attuale vicepresidente della Regione è una vecchia volpe della politica laziale, esponente di spicco di Areadem, la corrente franceschiniana che in Lazio vanta anche il segretario del Pd regionale Bruno Astorre.


Primarie e candidature, comunque, faranno probabilmente parte di una scacchiera ben più larga. A meno d’imprevisti scossoni, in Lazio si voterà insieme alle politiche, le candidature alle Camere e quelle in Regione potrebbero finire a far parte di una trattativa più ampia. E infatti c’è chi è convinto di spuntarla, di riuscire a scalzare sia D’Amato, sia Leodori, anche senza primarie, l’ex presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra.