L'intervista

Lazio, D'Amato: “Pronto a candidarmi per il dopo Zingaretti”

Gianluca De Rosa

Un sondaggio dice che l'assessore alla Sanità è l'uomo giusto nel fronte progressista per vincere alle prossime regionali. Il campo largo Pd-M5s reggerà tra tensioni nazionali e termovalorizzatore a Roma? "Sono sicuro che tra i grillini prevarrà il buonsenso"

“Sono a disposizione della coalizione del centrosinistra, ovviamente partecipando alle primarie come ha chiesto il governatore Nicola Zingaretti, ma se sono utile ci sarò senz’altro”. Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio, che negli ultimi anni ha gestito l’emergeza Covid a Roma e nelle altre province laziali, non ci gira intorno: è pronto a scedere in campo per il dopo Zingaretti. Alle elezioni regionali del 2023 manca ancora tempo, ma intanto un sondaggio realizzato dall’istituto Euromedia Research di Alessandra Ghisleri dice che se il "campo largo" del centrosinistra, Pd e M5s, vuole vincere D’Amato è la carta giusta da giocare.

Negli scenari testati da Euromedia Research (mille interviste con metodologia Cati, Cami e Cawi) quello con la candidatura dell’assessore è l’unico vincente per dem e alleati. L’istituto di Alessandra Ghisleri ha testato diverse sfide utilizzando quelli che sono considerati i candidati più probabili: D’Amato, il vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori e l'ex presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra per il centrosinistra, Francesco Lollobrigida e Maurizio Gasparri per il centrodestra. Solo l’assessore alla Sanità riuscirebbe a vincere con entrambi gli sfidanti. Anche a livello di popolarità, D'Amato risulta tra gli ipotetici candidati del centrosinistra il più conosciuto (è noto al 73,3 per cento degli intervistati, contro il 47,7 di Gasbarra e il 23,8 di Leodori).  

L’assessore è piuttosto indaffarato. Nel Lazio sono stati scoperti tre casi di vaiolo delle scimmie subito isolati. Ma è comunque riuscito a trovare un momento per vedere il sondaggio. “E’ chiaro – spiega – che sono numeri che fanno piacere. Detto questo io non ho alcuna mania di protagonismo, sono un uomo concreto: il dato che mi preoccupa è quello dell’astensionismo”. Il 42,4 per cento degli intervistati è indeciso, potrebbe non andare a votare. L’istituto stima un’affluenza alle regionali laziali compresa tra il 63 e il 67 per cento. Ma più che questo sono gli scenari politici che potrebbero far suonare l’allarme. Senza i cinquestelle per il centrosinistra vincere sarebbe molto più complicato. E i grillini in questi giorni sono sul piede di guerra: il termovalorizzatore di Roma è considerata una linea rossa. Valicarla potrebbe significare incenerire l’alleanza anche nel Lazio, dove governa una giunta rossogialla. “Le linee rosse devono essere i problemi dei cittadini non tanto le questioni ideologiche, è chiaro che la scelta del sindaco Gualtieri va nella direzione di avere più decoro urbano e igene pubblica in un contesto preoccupante: con il ritorno di malattie infettive, da ultima la peste suina nei cinghiali. Deve prevalere il buon senso e la concretezza, ovviamente sempre con margini di approfondimento e analisi”. E però i grillini sembrano intransigenti. Il centrosinistra potrebbe non arrivare unito al 2023. “Io penso di no, la nostra esperienza in Regione è stata importante e questo sondaggio lo conferma, non dobbiamo smarrire il lavoro di questi anni sul campo largo”, dice D’amato, che in giunta regionale ha parlato del tema con la collega grillina Roberta Lombardi: “Da parte sua – spiega – non ho trovato pregiudizi ideologici o linee rosse, ma un buon senso e un’attenzione a cimentarci sulle questione concrete".