Governare a distanza

Gualtieri, ovvero una vita da sindaco su Skype

Gianluca De Rosa

Il sindaco di Roma è in quarantena da circa un mese, ma continua a lavorare da casa tra video call e telefonate. Tra le opposizioni però c'è chi maligna: “Tanto comanda Mancini”. Oggi è tornato negativo

È andata bene. Il Foglio porta fortuna al sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Dopo 20 giorni di accanita positività al Covid-19 il primo cittadino è tornato negativo. Questa mattina Gualtieri ha fatto l’ennesimo tampone e, sorpresa, la lineetta che mostra la positività questa volta non si è colorata. Dopo quasi un mese passato a gestire la città via Skype il sindaco potrà finalmente tornare in Campidoglio. Buon lavoro!


 

“State tranquilli prima della fine della consiliatura torno sicuramente”, con assessori e collaboratori, parlando in videocollegamento, ormai è direttamente lui a scherzarci su. Il Covid-19 ha infettato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri lo scorso 19 marzo. E da allora non vuole saperne di abbandonarlo. L’ultimo di una lunga sfilza di tamponi risale a martedì: carica virale in discesa, ma ancora maledettamente alta. Si replica oggi e a palazzo Senatorio si incrociano le dita. Sarà la volta buona? Lo stesso Gualtieri dieci giorni dopo aver contratto il virus si sfogava via social postando una foto in piedi davanti alla scrivania di casa, nuova sede di lavoro in attesa di poter tornare finalmente a palazzo Senatorio: “Il Covid non molla, ma nemmeno io! Grazie ai vaccini, anche se ancora positivo, sto bene e continuo a lavorare da remoto. Roma non può attendere!”.

 

E su questo concordano tutti. Come si fa a governare a distanza l’incasinatissima Capitale? Se c’è una dote necessaria per gestire l’indomabile macchina burocratica capitolina è questa: esserci, sempre. E infatti, lo confessano anche dal suo staff il sindaco è piuttosto amareggiato dall’imprevisto virale che l’ha colpito. Mentre tra le opposizioni c’è chi ne approfitta per scherzare con una certa dose di malignità. “Poco cambia tanto il vero sindaco di Roma è più operativo che mai”. Il riferimento è a Claudio Mancini, senatore Pd, inventore della candidatura a sindaco dell’ex ministro dell’Economia, e considerato da molti l’eminenza grigia di palazzo Senatorio.
Dal Campidoglio invece assicurano che il sindaco, per quanto amareggiato, è quanto mai operativo. Dopo due giorni con qualche linea di febbre la malattia lo ha lasciato positivo, ma in forze per lavorare per la città. Partecipa alle riunioni di giunta e agli eventi a distanza. Ha un’agenda fitta di almeno sette incontri virtuali al giorno. Telefona fino a tarda serata. Si dà da fare insomma, per compensare con lo sforzo l’assenza. A coadiuvarlo a distanza dal colle capitolino ci pensa il suo staff: il capo di gabinetto Albino Ruberti, il portavoce Luigi Coldagelli, il direttore generale Paolo Aielli.
Negli incontri a distanza Gualtieri osserva un atteggiamento nostalgico e anche un filo ironico: sullo sfondo delle video call tiene sempre un immagina virtuale di piazza del Campidoglio. Che si tratti di riunioni con gli assessori o conferenze stampa, la versione digitale della piazza rinascimentale si staglia sempre dietro al primo cittadino. D’altronde, dice chi gli è vicino, Gualtieri ha fatto il ministro dell’Economia durante il lock down. Anche allora si lavorava a distanza e di certo le incombenze a via XX settembre non erano meno pressanti di quelle che gravano sul Campidoglio. Insomma, le cose sono più complicate, ma non impediscono al sindaco di portare avanti il lavoro.
Su una questione però Gualtieri ha deciso che la partecipazione in videocollegamento non fosse sufficiente. Dopo un primo rinvio è stato ulteriormente posticipato il consiglio straordinario sui rifiuti previsto oggi. Si terrà il prossimo 21 aprile.  La vicenda è quanto mai delicata. Due tribunali hanno già confermato il sequestro preventivo della discarica di Albano, riaperta in emergenza da Virginia Raggi lo scorso luglio e rimasto aperto grazie la proroga firmata da Gualtieri a gennaio. Manca una fidejussione per garantire la bonifica post mortem della discarica. Ma sulla vicenda c’è di più: due interdittive antimafia che, forse, avrebbero dovuto impedirne l’utilizzo sin dall’inizio. Circola la voce che in settimana il direttore della direzione Ambiente Vito Consoli sia andato a rilasciare dichiarazioni spontanee in Procura. Pettegolezzi? Chissà. Quel che è certo è che senza l’invaso la Capitale è costretta a spedire la spazzatura non solo fuori regione, come già accadeva negli scorsi mesi, ma anche in Austria, Germania e Olanda, con costi ancora superiori e che nel lungo periodo potrebbero rivelarsi insostenibili.

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