Amministrazione incompetente

Gualtieri assume perché in Campidoglio nessuno sa fare il Pnrr

Gianluca De Rosa

Arrivano da fuori i nuovi direttori di Rifiuti, Trasformazione digitale, Cybersecurity e Patrimonio. E c'è un nuovo bando per trovare i nomi giusti per Recovery, Trasporto pubblico e Rigenerazione urbana

“Stiamo predisponendo diverse assunzioni attraverso i 110 per irrobustire la macchina amministrativa, purtroppo scontiamo un notevolissimo gap di dirigenti”. Ad ammetter l’infornata è lo stesso Roberto Gualtieri. Nei giorni scorsi la giunta capitolina ha predisposto con una delibera l’assunzione di otto dirigenti esterni. Quando dice 110, il sindaco si riferisce all’articolo del Testo unico degli enti locali che consente a Comuni e Regioni di coprire incarichi dirigenziali anche “mediante contratto a tempo determinato” a lavoratori esterni all’amministrazione che “non possono avere durata superiore al mandato elettivo del sindaco”. Ovviamente legge e regolamenti capitolini prevedono un tetto a queste assunzioni che l’amministrazione Gualtieri riesce a rispettare solo grazie a una norma varata dal governo Draghi lo scorso settembre.

Eh sì perché a queste prime otto assunzioni, se ne sommeranno a breve altre otto. Il Campidoglio ha pubblicato ieri un nuovo avviso per trovare all’esterno di Roma Capitale altri dirigenti. Posizioni strategiche come il direttore del nuovo dipartimento Pnrr, quella della direzione Trasporto pubblico locale, quello della Comunicazione, dell’Ufficio stampa e degli uffici Clima e Rigenerazione urbana. Non meno però dei nove incarichi già decisi. Tutti con stipendi lordi da 80mila euro più eventuali premi. Ecco l’elenco. A dirigere il dipartimento Patrimonio andrà Tommaso Antonucci, già direttore generale dell’Istat ed ex direttore amministrativo dell’Asl Roma 6. La sua nomina fu tra quelle che costò un’indagine, poi archiviata, al governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti e all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Per i Rifiuti Gualtieri ha pescato invece in Utilitalia, l’associazione che riunisce le principali multiutility del paese, Acea compresa. Il nuovo direttore sarà il senior advisor dell’associazione Paolo Giacomelli.

Lato Pnrr, arriva il direttore della direzione Pnrr e finanziamenti europei. Sarà Raffaele Barbato, che per l’Agenza per la coesione territoriale si occupava già della Capitale, come esperto per lo sviluppo urbano sostenibile attraverso i fondi europei. Come dicevamo manca però ancora la pedina più importante, quella che guiderà il dipartimento Pnrr. C’è invece il nome per un altri due nuovi dipartimenti voluti dal sindaco, quello per la cybersecurity e quello per la Trasformazione digitale. A guidare il primo sarà Nicla Diomede, capo dell’ufficio di sicurezza informatica dell’università statale di Milano e docente di cybersecurity presso lo stesso ateneo. Mentre alla Trasformazione digitale arriverà il direttore dei servizi informativi del  Poligrafico e zecca dello Stato Enrico Colaiacovo. Anche per la centrale appalti e il customer care capitolino Gualtieri ha deciso di pescare da fuori. A dirigere il primo dipartimento arriverà il dirigente Consip Mario Laurenti, mentre per guidare l’assistenza ai cittadini è stata chiamata Silvia Franchey che ha già svolto lo stesso ruolo nel privato, in Acea e in Treccani. Infine, è stato chiamato dalla Regione Lazio il nuovo direttore del controllo contabile delle partecipate. Si tratta di Francesco Perrone che a via Cristoforo Colombo si occupava di monitorare i conti dell’ufficio speciale per la ricostruzione dopo il terremoto del 2016.

Quando Gualtieri parla di “un gap notevole” d’altronde dice una cosa vera. I dirigenti dipendenti di Roma Capitale sono oggi 147, rispetto agli oltre 230 incarichi previsti dalla nuova macrostruttura, e cioè l’organizzazione in dipartimenti, direzione e uffici, varata dalla giunta a dicembre. Un piccolo gap è fisiologico, si colma con i 110 appunto, ma anche con gli incarichi ad interim (con dirigenti a capo di più direzioni), ma nella Capitale la discrasia tra uomini e ruoli è davvero troppo ampia. Il concorsone lanciato dalla precedente amministrazione prevedeva l’inserimento di 42 nuovi dirigenti, ma è stato bloccato da una serie di ricorsi. Per adesso i candidati hanno svolto solo una prova preselettiva.

La scelta di ricorrere a risorse esterne non è sfuggita comunque alle opposizioni capitoline. Il più battagliero sul punto è senz’altro il consigliere della Lista civica Raggi Antonio De Santis, ex assessore al Personale della giunta grillina. “Non si può negare che in Campidoglio ci sia un problema di mancanza di dirigenti – dice – ma è una questione che va risolta con le assunzioni non con il ricorso metodico ai 110. In questo modo con il cambio di amministrazione il problema rimane invariato e non si crea una solida rete di dirigenti. Tra l’altro si sono scelti esterni per posizioni rilevantissime”. 

Ieri è arrivato il via libera della commissione Mobilità al nuovo cda di Roma servizi per la mobilità. A presiederlo sarà l’ex senatrice dei Verdi e assessore ai Trasporti a Napoli con De Magistris, Anna Donati. Con lei siederanno alla guida dell’azienda l’economista Alessandro Leon e l’architetto Matteo Petrella.

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