Il piano per Roma

Gualtieri inventa un genere, il programma post elettorale

Gianluca De Rosa

Presentati questo pomeriggio in Campidoglio “i 300 obiettivi in 180 giorni”, un po’ dieta chetogenica, un po’ tentativo di aggiustare il tiro dopo la figuraccia del piano di pulizia straordinario

In pratica è un programma post elettorale. Per due ore e mezzo Roberto Gualtieri rapisce giornalisti e fotografi in aula Giulio Cesare. È tempo di promesse. “Tutte verificabili”, garantisce il sindaco di Roma. “Trecento obiettivi in 180 giorni” recita la copertina del lungo plico di slide consegnato ai cronisti in formato cartaceo e digitale. Fa l’effetto radicale e magico di una dieta chetogenica: “Perdi sette chili in sette giorni!”. Ma l’intento è quanto mai realista, ammicca agli ormai famosi “milestones” e “target” del Pnrr. Il primo cittadino intende aggiustare il tiro. Basta impegni generici e utopici, in stile piano di pulizia straordinario: quello che “Roma sarà pulita entro Natale!”. Si va di piccole cose, ma specifiche e concrete. Soprattutto, realizzabili davvero nei 180 giorni di tempo fissati. Obiettivi operativi e “step by step”.

 

 
“Dobbiamo ringraziare il sindaco che ci ha costretto a fissare dei traguardi a sei mesi così le chiacchiere saranno a zero, tutti potranno vedere se abbiamo portato a casa i risultati oppure no”, dice l’assessora Monica Lucarelli. Sempre per evitare l’effetto boomerang del piano di pulizia straordinaria Gualtieri, prima di dare la parola ai suoi assessori, sottolinea: “C’è consapevolezza della profondità dei problemi ma con un lavoro intenso si possono ottenere risultati, alcuni saranno visibili da subito per altri servirà più tempo”. Pensa alle infrastrutture da realizzare, le metropolitane, ma anche gli impianti di trattamento dei rifiuti. L’idea è nata nel sabato di conclave di due settimane fa con assessori e consiglieri. Ai primi, con il supporto dei secondi, il sindaco ha chiesto di tracciare un “programma operativo” pragmatico e, come ha rimarcato l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi “verificabile dai cittadini”. Il risultato però è che molte cose sono promesse di promettere. Un esempio: la piantumazione di nuovi alberi. Entro 180 giorni il traguardo è la predisposizione di “un grande piano di riforestazione urbana che preveda, entro la fine del mandato, la messa a dimora di un milione di nuovi alberi”. Mentre per l’apertura di nuove biblioteche da qui a sei mesi si riuscirà solo a “definire il piano delle sedi da aprire”. Altre promesse invece sono ammissioni di ritardo. Nel documento si garantisce entro 180 giorni “la redazione del piano dettagliato e delle tipologie di impianti da realizzare”. Eppure fino a poco tempo fa in Campidoglio promettevano di presentare lo stesso piano entro febbraio.
 
Ma ci sono anche cose concrete. Lato finanziario. Si garantisce di riuscire a ottenere da governo e parlamento entro sei mesi i 500 milioni di extra-gettito per i maggiori costi che Roma incontra come capitale, tanto agognati e promessi da ogni sindaco passato negli ultimi anni per palazzo Senatorio. Capitolo partecipate: si parla di “Favorire lo sviluppo di progetti trasversali alle società”. Ci si riferirà ad Ama e Acea? C’è poi l’avvio dei lavori di manutenzione e il recupero degli spazi per i loculi nei disastrati cimiteri della Capitale, il biglietto unico per i fori (romano e imperiali), l’individuazione di due luoghi per due nuovi musei (De Chirico e giocattolo antico), l’apertura fino a mezzanotte di 7 biblioteche, la fine della gara per il recupero e la valorizzazione del teatro Valle, i piani differenziati per il commercio in ogni municipio, la stipula del nuovo contratto di servizio con Atac, l’assunzione di nuovi assistenti sociali… L’elenco è lungo, non c’è niente di eclatante. In compenso, ci sono 300 pagine che i romani potranno compulsare per verificare i piani dell’amministrazione che, almeno, ci sono. E già questo è un notevole passo in avanti.

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