
Matteo Renzi e Carlo Calenda (Ansa)
Roma Capoccia
I renziani escono dal gruppo di Calenda in Comune, dopo un vivace scambio di tweet
L'elemento di rottura è stato l'elezione dell'ex sindaca Virginia Raggi a presidente della commissione Expo. Le polemiche social e le accuse reciproche: una questione di poltrone o prassi istituzionale?
La fine è nota: i renziani capitolini ieri sera sono usciti dal gruppo di Carlo Calenda, in dissenso con l’elezione dell’ex sindaca Virginia Raggi a presidente della commissione Expo (eletto invece a presidente della Commissione Giubileo Dario Nanni). L’inizio affonda nel dissenso interno a un fronte riformista (non chiamatelo “grande centro”) che ieri a un certo punto assumeva i contorni di un piccolo “Calenda crash”. Che cosa è successo? Un marziano che si fosse affacciato sui social il giorno precedente avrebbe infatti assistito a un crescendo di polemiche via Twitter, prima tra utenti che criticavano il voto calendiano a Raggi, e che taggavano la capogruppo calendiana Flavia De Gregorio; e poi tra De Gregorio e Valerio Casini di Italia Viva, che accusava De Gregorio di aver votato Raggi senza concordarlo (risposta: si tratta di prassi istituzionale su commissioni d’opposizione).
Nel bailamme interveniva Calenda in persona: “Flavia fai bene a spiegare la procedura…ma l’unica ragione di tutta questa cagnara è che Casini voleva fare il presidente di Commissione al posto di Nanni”. Nel contro-bailamme arrivava a Calenda la risposta del deputato di Iv Luciano Nobili: “Carlo a chi è interessano le poltrone è facilmente dimostrato dai fatti: le hai prese tutte tu. Ma non è questo il punto. Il punto è che i consiglieri di Iv si sono rifiutati di votare la Raggi…, quelli di Azione invece l’hanno votata”. Seguiva altro scambio Calenda-Nobili, ieri, in cui Calenda diceva che era stato Nobili a chiedere di mettere Casini alla presidenza della commissione Giubileo e Nobili rispondeva che no, lo aveva proposto Calenda a Casini ma poi aveva cambiato idea.
E insomma a sera si precipitava nel suddetto strappo, e i consiglieri renziani Casini e Francesca Leoncini annunciavano l’uscita dal gruppo. Interpellata dal Foglio sulla questione, il segretario regionale di Azione Valentina Grippo, che è anche consigliera regionale, insisteva sul tema della prassi istituzionale, e si diceva “dispiaciuta”: “Ho stima di tutti coloro che hanno fatto parte della lista Calenda, e capisco che ci possa essere amarezza se si aspirava a un ruolo, ma a mio avviso si sbaglia a usare strumentalmente la questione, inasprendo i toni”. “Dispiaciuto”, sul lato Iv, si diceva anche Nobili: “Non possiamo che prendere atto di una scelta incoerente con quanto detto ai romani proprio sull’ex sindaco Raggi. Ecco perché ora procediamo in autonomia”.


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