Campo largo ma senza M5s

Fronte Calenda, dai consiglieri più votati (renziani) all'idea di un futuro riformista

Marianna Rizzini

È a Roma che prende vita la dialettica tra Azione (che ha i voti) e Italia viva (che ha gli eletti). Un messaggio a livello nazionale?

È il day after delle elezioni comunali e a Roma c’è intanto una certezza: il successo di Carlo Calenda, terzo davanti alla sindaca uscente Virginia Raggi con il 19,8 per cento dei voti. E ieri infatti Calenda spiegava con un video la decisione di non dare indicazioni di voto, al grido di: siete voi che dovete convincere chi mi ha votato a votarmi, ma sulla base dei programmi e non promettendo ruoli in Giunta ai Cinque stelle. E parlava, Calenda, di proposte concrete, oltre “il concetto di destra e sinistra”. E insomma Azione (non soltanto a Roma) si candida a fare da polo attrattivo per i riformisti di ogni ordine e grado, renziani compresi.

E proprio a Roma la dialettica Calenda-Renzi prende plasticamente forma attorno alla considerazione che i due più votati futuri consiglieri calendiani sono i renziani Valerio Casini e Francesca Leoncini. Non a caso il deputato di Italia Viva Luciano Nobili ha così commentato: “Sono due bravissimi dirigenti di Italia Viva, due assessori uscenti alle attività produttive che hanno già dimostrato di essere capaci di portare la rivoluzione della competenza in Campidoglio. La lista Calenda è il successo di una lista comune, con un forte profilo civico e questo risultato manda un messaggio a livello nazionale”.

Ed ecco che si profila il quadro: uno (Calenda) ha i voti; l’altro (Renzi) ha per così dire gli eletti. E, sempre non a caso, dopo che Calenda ha chiaramente detto di non voler sostenere in alcun modo l’alleanza Pd-Cinque stelle, i Cinque stelle si sono messi a sottolineare la “somiglianza” tra Calenda e Renzi. Dice la senatrice romana del M5s Alessandra Maiorino: “Calenda ha semplicemente confermato la sua spacconaggine, da brava controfigura di Renzi”. Intanto Calenda, a titolo personale e non impegnando chi lo ha votato, si dice “più vicino a Roberto Gualtieri” ma mette l’accento sui temi: che cosa farà Gualtieri sulle municipalizzate e che cosa pensa del termovalorizzatore”. E anche se in questi giorni si pensa al ballottaggio, subito dopo, a sinistra, si dovrà pensare anche al fatto che Roma sarà il campo di esperimento per la nascita del suddetto fronte riformista. 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.