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Cescon: “La mia Roma randagia ha bisogno di uno scatto”

Giuseppe Fantasia

L'attrice, molto amata da Bellocchio, Giordana, Sorrentino e Garrone, debutta come regista e sceglie la Capitale come teatro della sua storia. "Questa città non si salverà con altre e continue lamentele, ma solo con tanta voglia di abbellirla e migliorarla", ci dice 

“Roma? Non è scontrosa né cattiva, ma randagia. Il randagio è chi non ha casa e io la vedo così: una città bella da morire e affascinante, ma a cui manca un rifugio. Vaga qua e là, non dorme di notte e non ha un posto dove si può stare tranquilli”. Da un treno diretto a Riccione, parla al Foglio Michela Cescon – attrice molto amata da Bellocchio, Giordana, Sorrentino e Garrone che le diede la notorietà con “Primo amore” – e ora al debutto da regista con “Occhi blu”.

“Il mio omaggio alla città che amo e in cui vivo da 17 anni in maniera stabile”. “Roma – spiega – la vivo personalmente, ci sono molto inserita e con tre figli la conosco anche in maniera molto pratica. Di questa città ho uno sguardo molto mio che spesso non incontro nei film che vedo. Spesso il cinema italiano ha rappresentato e rappresenta la Roma più borgatara e di paese, quella legata a degli stereotipi un po’ italiani. A me che vengo da una città di provincia come Treviso, interessava invece far risaltare quello che ha rappresentato: una metropoli europea da abbinare a Londra, Parigi e Berlino ed è anche per questo che nel mio film ho usato un tono più jazz nelle immagini e non solo”. Il vero problema di questa città – fa notare – è che tutti la vivono, ma nessuno la sfrutta come dovrebbe e nessuno se ne cura. Oggi più che mai ha bisogno di un volano, di persone che decidano di farle uno scatto in avanti, donne e uomini che non si nascondano dietro a quello che non è stato fatto prima, indipendentemente dal partito e dalla persona che ci sarà come sindaco”, precisa senza voler dire nulla sulla sindaca attuale e sui candidati. “Il compito del suo nuovo volano sarà difficile, perché dovrà prendersi cura di tutta la macchina e convincere tutto il resto della stessa a seguirlo. Questa città non si salverà con altre e continue lamentele, ma solo con tanta voglia di abbellirla e migliorarla”.

 

Nel suo “Occhi blu” – la sua personale interpretazione e tributo al genere polar, un film prodotto da Tempesta e Palomar con Rai Cinema e distribuito da I Wonder – i difetti della Capitale non si vedono, ma grazie alla sua protagonista, Valeria Golino – una donna di cui non sappiamo nulla, senza amici e senza empatia, una Robin Hood del nuovo Millennio che ruba per il piacere di farlo – la attraversiamo velocemente in moto in lungo e in largo, tra il traffico ondoso delle sue arterie e notti solitarie, tra un Colosseo all’alba che vigila su sfide e rivincite e una Piramide bianca come la luna, “un monumento – fa notare la regista – così poco visto al cinema e sempre un po’ dimenticato. Invece è bellissimo e imperfetto, costruito lì, alle mura della città, bistrattato tra Testaccio e Ostiense in un crocevia dove passa chiunque”. Che è poi l’incanto di Roma, un termine che ama molto per definirla, insieme all’attenzione di cui la stessa ha bisogno e che ci vuole per (soprav)vivere in quello che è un vero e proprio “suk senza spezie”.

 

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