Col cappello da cowboy nel negozio più country (de Roma)
"Texano Store" non è a Dallas. Salendo per viale delle Medaglie d'Oro si entra in un film di Sergio Leone
Roma. Nella vita sono da ammirare quelle persone che riescono a fare della propria passione un lavoro. Non è facile, ma qualcuno ci riesce. Magari addirittura due volte. E’ il caso di Daniele Albani, romano di 58 anni, che in un’altra vita faceva l’assicuratore per l’Ina. Poi, a 36 anni, gli capitò di ascoltare un brano country e restò folgorato. Così si è licenziato, ha ripreso in mano la chitarra che aveva abbandonato da ragazzino e si è messo a suonare. Musica country, naturalmente. Johnny Cash, Merle Haggard, Willie Nelson, i suoi preferiti. John Denver è già troppo folk. Un genere non facile, specialmente per chi vive in Europa. Ha messo su un duo, i Tex Rose, con lui alla voce, chitarra e batteria. E ha iniziato a girare: locali, club, feste di paese, e poi festival e raduni country. Con il suo camion. “Assomiglia a quelli per la porchetta, ma quando si apre e diventa un palco western a tutti gli effetti. Abbiamo registrato 4 album e venduto 20 mila cd”, racconta Daniele.
In Italia i raduni più grandi sono due: il Festival dei Cavalli a Verona e il Salone del cavallo americano a Cremona. “Ma ho suonato anche in Messico, nelle arene mentre si disputavano i rodei con tori e cavalli, davanti a diecimila persone. E poi in Nuova Zelanda”. Tre anni fa al raduno di Cremona ha trovato pure l’amore. “Diamante, la mia attuale compagna, era in un’altra band. L’ho invitata a cantare con me e da allora non ci siamo più lasciati”.
Non è però per la sua attività di musicista che parliamo di Daniele Albani (“per ora ho smesso, faccio qualche concerto ogni tanto”), ma per il suo negozio di abbigliamento e accessori country aperto a Roma nel 2014. “Sono entrato in un negozio simile in Messico ed è scoccato un altro colpo di fulmine. Ho visto che a Roma il genere mancava e ho deciso di aprire. Sono l’unico del centro-sud”, spiega. Texano Store sta alla Balduina (via della Balduina 71/b, tel. 06/64560746), donando al quartiere un tocco da selvaggio west. E così salendo dal traffico di viale delle Medaglie d’Oro ci si può ritrovare d’un tratto dentro un film di Sergio Leone. "Per un pugno di dollari" o "Il buono, il brutto e il cattivo", fate voi. A colpire sono gli stivali, alcuni vere opere d’arte, con ricami colorati e preziosi. Stanno intorno ai 200 euro ma si può arrivare anche a 500. Per spendere meno ci sono quelli vintage. Poi cappelli da cowboy in pelle o in feltro, camicie ricamate e a quadrettoni, cinture (anche in pelle di cobra), fibbie (con scorpione vero all’interno), i bolos (i famosi cravattini). Cinturini per cappelli e stivali. Per le ragazze ci sono strane cinture che sembrano gonnellini da indossare sopra i jeans. E poi giubbotti di pelle con le frange e gilet. Anche molto vintage: ci sono bandane originali degli anni 50 e 60. “La mia merce è tutta di qualità, la faccio arrivare da Usa, Messico e Spagna”.
Sì, ma chi viene a comprare? “Gli appassionati country sono molti di più di quello che ci si immagina. All’inizio stavano più nel Nord Italia, ora pure al Sud si sono scatenati. Mi chiama gente dalla Sicilia: magari si fanno un week end a Roma apposta per venire nel mio negozio. Non ho un cliente tipo: c’è il medico o l’avvocato che nel week end, in campagna, gli piace sfoggiare cappello, cintura e stivali. O i motociclisti, che non sono propriamente country, ma gradiscono qualche pezzo. O ballerini delle scuole di musica. Ma pure persone normali che al loro abbigliamento vogliono dare un tocco western, senza esagerare”.
Mentre parliamo Daniele indossa cappello da cowboy, jeans, cintura e stivali a punta quadra. “E’ il mio modo di vivere, il mio stile, mi vesto così tutti i giorni…”, dice. Vengono da lui anche gli appassionati di cavalli. Ma non i butteri maremmani, che poi non stanno solo in Maremma ma pure nell’alto Lazio. “Cowboy e butteri si detestano dalla famosa disfida del 1890”. William Frederick Cody, altrimenti detto Buffalo Bill, nel 1890 fece un viaggio in Europa in cui toccò anche l’Italia. E a Roma fu protagonista di una leggendaria sfida coi butteri italiani su tiro al bersaglio, gare a cavallo e sfide col lazo. Buffalo Bill fu sconfitto, non senza polemiche. Da allora tra i cowboy nostrani e quelli americani non corre buon sangue.
Roma Capoccia - Odo romani far festa