Virginia Raggi (foto LaPresse)

Virginia Raggi e il ritorno a Torre Maura

Gianluca De Rosa

“Camerata Raggiii… A noi!”: dopo i fatti di aprile la sindaca viene accolta tra sberleffi e moine nel quartiere della periferia di Roma

Roma. “Camerata Raggiiii... a noi!”, grida uno spiritoso in motorino facendo strabuzzare gli occhi agli astanti. Compresa lei, la sindaca. Virginia Raggi da Ottavia tornata a torre Maura dopo la rivolta di tre mesi fa per un sopralluogo ai lavori di manutenzione stradale in via Walter Tobagi. Seicentomila euro sbloccati dopo due anni di pantano amministrativo. E il quartiere che grazie all’aiuto dei militanti di Forza Nuova e Casa Pound, calpestando il pane e bruciando un’auto aveva ottenuto dal Comune il trasferimento di un gruppo di rom, precedentemente trasportati in un centro di zona, l’accoglie così tra il serio e il faceto. 
Il centro incriminato, l’Usignolo, si trova sull’omonima via che è proprio una delle traverse del “corso” di Torre Maura dedicato al giornalista del Corriere ucciso dalle Br che il comune sta mettendo a posto. Qui, nonostante gli operatori di Ama si diano da fare per l’arrivo della sindaca, la strada è ancora tutta crateri e avvallamenti. “E’ una via secondaria purtroppo non rientra nella manutenzione straordinaria – spiega il presidente del Municipio Roberto Romanella – ci servirebbero 150 milioni di euro, non i tre che abbiamo in bilancio”.


 

La Raggi, con uno stuolo di giornalisti, addetti stampa e fotografi, stringe mani, posa in favore di telecamera e ascolta attenta gli operai che le spiegano la particolare tecnica di fresatura usata per l’asfalto. Ma subito una nuova interruzione. Stavolta un passante. Mano a conca davanti alla bocca e: “Ah sindaca facce lo stadio, non le strade”.

 


Intanto a Torre Maura c’è ancora chi si lamenta dei rom. Ma è un tic indotto, una bega da condomino. Francesco, 75 anni, t-shirt verdeoro con la scritta Brazil, spiega alla prima cittadina: “Al quinto piano ci hanno messo una famiglia rom con cinque figli. Non c’ho nulla contro di loro, ma in cinque fanno un chiasso. Poi ancora selfie, strette di mano e pacche sulle spalle. Finché a un certo punto arriva Luigia Franzolini, 65 anni titolare del bar sulla via. Subito prende la sindaca sottobraccio “Ma quanto sei brava Virginia”, le sussurra all’orecchio. E in un attimo sindaca, presidente di municipio, staff e giornalisti sono tutti dentro al locale. Caffè e acqua per tutti. Offerti. Alle pareti targhe d’automobili americane con incisi i nomi degli stati. C’è anche la Virginia. Qui sono tutti fan della sindaca. E dunque si fa a gara per fare una foto. La signora Luigia non si trattiene: “Quello che sta facendo ’sta ragazza è pure troppo”. “Spè - la ferma subito uno degli avventori – il troppo non esiste. Però Virginia è proprio brava”. Su una bacheca di sughero appesa al muro proprio a fianco alla cassa, come vuole tradizione, ci sono le foto che immortalano la signora Luigia e suo figlio con le star più o meno note che sono passate da queste parti. Spicca una bianchissima Milena Vukotic. Da domani ci sarà anche Virginia.

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