Foto LaPresse

La galleria Giovanni XXIII: un buco nero e un cantiere pazzo

Gianluca De Rosa

Dopo sei mesi di lavori il passante è peggio di prima. In alcuni tratti non c’è nemmeno l’illuminazione. Sembra una barzelletta

Roma. A metà luglio, nel quadrante Nord-Ovest della città, gli automobilisti inveivano contro la giunta guidata da Virginia Raggi. Da più di tre mesi, infatti, per una voragine profonda oltre cinque metri era chiusa via Damiano Chiesa, arteria essenziale della zona che collega la Pineta Sacchetti e il Policlinico Gemelli con il quartiere Balduina. “Chiusa causa voragine”, recitavano i cartelli casarecci, cartone e pennarello, che in un primo momento la Polizia Locale aveva affisso ai semafori in prossimità della strada. A quella chiusura si era poi aggiunto, come in una corsa a ostacoli, tutto il reticolo di vie e viuzze intorno: rami di alberi caduti e mai raccolti, sottoservizi da rifare, tratti di strada con l’asfalto così sbreccato da essere impraticabili. In quel contesto la giunta Raggi, in particolare l’assessore ai Lavori Pubblici Margherita Gatta, decise di chiudere per venti giorni, dal 16 luglio al 5 agosto, la galleria Giovanni XXIII, nella direzione Pineta Sacchetti. Una piaga sulla viabilità dell’intero quadrante.

 

Il “Passante a Nord-Ovest”, con i suoi 7,1 chilometri terzo tunnel urbano più lungo d’Europa, inaugurato nel 2004 dall’allora sindaco Walter Veltroni, è una via d’accesso fondamentale da Est e dal centro a Trionfale, Monte Mario, Boccea, Primavalle e persino a Ottavia dove vive Virginia Raggi.

 

Di fronte ai pericoli per i cittadini però la giunta non poteva tirarsi indietro. Bisognava installare i nuovi led. “Ragione di sicurezza improcrastinabili”, spiegavano dall’assessorato. “Nel tunnel non si vede”. “Approfittando del minor traffico del periodo estivo, stiamo intervenendo su quest’importante arteria di collegamento, il dipartimento Simu (Lavori Pubblici) si sta concentrando sulla messa in sicurezza della Galleria”, scriveva su Facebook la sindaca.

 

Salire nei quartieri che sorgono su Monte Mario divenne così un’impresa titanica. Persino via Edmondo De Amicis, il K2, come icasticamente i romani chiamano questa ripidissima salita che tagliando il parco sale veloce dalla Farnesina a via della Camiluccia, normalmente deserta, era intasata di automobili, motorini e bestemmie.

 

Il 5 agosto poi i lavori furono prorogati. Insomma, si sa, “i led, la sicurezza…”.

 

Il 22 la riapertura, ma con sorpresa. La nuova illuminazione c’era, ma solo fino alla prima uscita della galleria, quella su via Mario Fani. I restanti 5 chilometri e mezzo sono rimasti con la vecchia illuminazione. E oggi praticamente al buio. Dopo sei mesi da quegli sciagurati lavori, infatti, la situazione è addirittura peggiorata. Nel tratto di tunnel dove le nuovi luci non sono state montate la vecchia illuminazione funziona a tratti. Non solo. Da più di due mesi nella parte finale della galleria gemella, quella in direzione stadio Olimpico, l’oscurità è totale. Quando si dice la programmazione.

 

Dall’assessorato comunque garantiscono che i lavori riprenderanno in questi giorni. “Si lavorerà solo di notte per evitare disagi”. Certo se in più di un mese con l’accesso alla galleria sigillato si sono installati i led solo su 1,3 chilometri, sarà curioso vedere che cosa accadrà adesso con i lavori che saranno portati avanti solo in notturna.

 

Oggi per chi ha qualche diottria in meno la galleria buia è un vero pericolo. Miopi e astigmatici comunque sono in buona compagnia. Il tunnel da anni ha bisogno di essere messo a nuovo. Per questo a fine 2017 con l’assestamento di bilancio la giunta aveva stanziato cinque milioni di euro per i lavori straordinari su manto stradale, segnaletica e pannelli di rivestimento della galleria. La gara però non è ancora stata assegnata: le buste con le offerte tecniche sono state aperte poche settimane fa.

 

Intanto, dato che la sicurezza è un pallino di questa amministrazione, nel nuovo bilancio previsionale è stato stanziato un altro milione per l’installazione di un sistema di rilevamento della velocità agli ingressi della galleria. Sarà pronto per il 2030?

Di più su questi argomenti: