Anime perdute
Timor di morte, interviste osé e ricordi storici: “Una volta il Papa non parlava e non lo si vedeva”
Eminenza, l’Inferno esiste o no?, domando subito al cardinale seduto sul divanetto di casa sua, mentre appoggio la cartella sul piccolo tavolino in mezzo al grazioso salottino dal gusto un po’ retrò, con tappezzeria floreale da casa della nonna. L’eminenza sorride blandamente, abbassa lo sguardo e allarga le braccia. Pensa un po’ e dice: “Che esista o no, forse anche noi uomini di chiesa lo scopriremo tra un po’. Io posso dirle che ci credo, anche perché l’idea che l’anima scompaia, si dissolva così come in quella pubblicità che tanto ha fatto parlare di recente… non mi viene il nome…”, Buondì?, “Sì ecco, esattamente. Ecco, quella prospettiva mi turba e non mi fa dormire la notte. Ma per fortuna il Santo Padre mai ha detto una cosa simile”. Ne è sicuro?, domando. “Ma certo, basta che lei guardi tutti gli interventi sull’Inferno che il Papa ha fatto in cinque anni. Non sono mica pochi eh! Forse al giornalista in questione sono sfuggiti, ma resta il fatto che ci sono”. Pensa che “il giornalista in questione” ponga insistenti domande a Papa Francesco circa l’esistenza degli inferi perché preoccupato da quel che ne sarà un domani dell’anima? “Ah può essere, siamo tutti preoccupati del nostro avvenire, timorosi in un certo senso di quel che ci sarà dopo. Ma se mi permette tra questa umanissima paura e l’invenzione di frottole attribuite al Papa, che le ricordo essere il vicario di Cristo in terra, ce ne passa eh!”. Il problema, forse, è che un Papa dovrebbe concedere meno colloqui, soprattutto con chi poi non si fa problemi a spiattellarli sui giornali. “Una volta i Papi non parlavano e non si vedevano. Celebravano pure pochissimo, in pubblico. A volte anche la modernità non è che porti grandi vantaggi”.
Roma Capoccia - odo romani far festa