Don Mazzi (foto LaPresse)

Così don Mazzi prova a distruggere la religione per difendere la fede

Antonio Gurrado

Il prete teorizza un amore senza regole ma dimentica che la chiesa è un'istituzione che difende dal caos

Don Mazzi, don Mazzi, ma cosa dici? Vuoi spedire tutti i cardinali in Africa e vabbe', in nome di un pauperismo punitivo dimentichi che è l'Europa la terra al mondo più bisognosa di evangelizzazione. Vuoi trasferire il Vaticano ad Assisi senza ricordare che, se fu San Francesco ad andare dal Papa e non viceversa, un motivo ci sarà pur stato. Ma soprattutto: "La religione mi dava e mi dà fastidio: è tutta regola, non è fede. Oggi, dico che è come un matrimonio che diventa un dovere: se non esiste l'amore, che roba è?". Te lo dico io che roba è: un'istituzione che salvaguarda l'ordine e difende dal caos. La fede è balzana e incostante, quindi senza religione finiremmo in preda agli arbitrari marosi del sentimento; con la religione e tutte le sue regole, invece, abbiamo un approdo sicuro per ogni nostra incertezza. Pascal diceva che il modo più facile per rendere credente un ateo era convincerlo a pregare in ginocchio: piegando il corpo, il resto sarebbe venuto da sé. So che le tue intenzioni sono ottime ma non vorrei che qualcuno, in preda all'entusiasmo, si lasciasse trascinare a distruggere la religione per difendere la fede. Se vuoi sapere a cosa servono le regole indipendentemente dall'ardore, pensa a cosa sarebbe diventato l'amore se non ci fosse mai stato il matrimonio.

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