Apple a piazza San Silvestro: uffici e store "entro la fine del 2018"

Maria Carla Sicilia

Perché l'azienda di Cupertino ha deciso di investire nel centro storico della Capitale

Roma. Tra via del Corso e piazza San Silvestro, a Palazzo Marignoli, sarà presto aperto lo store più importante di Apple in Italia. Il brand di Cupertino ha scelto un edificio di grande valore storico per allestire il negozio dei suoi prodotti, a due passi da piazza di Spagna e da via dei Condotti. Intorno all’apertura del punto vendita c’è grande mistero, ma dopo anni di attesa i lavori attualmente in corso dovrebbero essere conclusi nel 2018, come conferma al Foglio l’architetto Alessandro Pistolesi, amministratore dello studio Transit, uno dei due studi che seguono la ristrutturazione.

 

Allianz, che è proprietario dell’edificio, ha investito circa 42 milioni di euro per ristrutturare il palazzo. Iniziati nel 2012, i lavori sono affidati agli architetti degli studi romani Transit e Bichara e come spesso accade quando si tratta di interventi così importanti in palazzi storici, i tempi sono stati dettati dalle autorizzazioni della sovrintendenza e del comune. Il palazzo è stato costruito nel 1870 su commissione del marchese Marignoli e per molti anni è stato sede dello storico caffè Aragno, poi Alemagna, e in seguito del marchio di abbigliamento Diesel e della catena di bar Autogrill, cambiando volto insieme allo stesso commercio romano. Oggi il suo interno è stato completamente rinnovato e svuotato per fare spazio al negozio Apple, che occuperà l’intero piano terra. Fino a ora il marchio californiano aveva aperto i propri negozi solo nei grandi centri commerciali di Roma, in quartieri periferici ma dall’alta concentrazione commerciale. In centro la prospettiva sarà diversa e restituirà al marchio un’importante ritorno di immagine, come in parte è già nei pochi store italiani che si trovano non lontani dalle principali piazze turistiche, a Torino, Firenze e Bologna.

 

Ma a rianimare il palazzo ottocentesco non saranno solo i clienti del negozio, ma anche gli uffici nei piani superiori. Non solo Apple, quindi, che a differenza di quanto riportato sul sito internet dello studio Transit non costruirà il proprio quartier generale qui a Palazzo Marignoli, ma probabilmente anche la stessa Allianz e altri affittuari. “C’è tanto interesse da parte dei capitali – spiega l’architetto Pistolesi – ma da qui a realizzare gli investimenti il passo è lungo. Manca un disegno generale dell’amministrazione su come gestire il recupero urbano degli spazi storici: in assenza di un percorso certo, che semplifichi anche i percorsi autorizzativi, gli investitori si fermano”.

 

Nonostante questo, Palazzo Marignoli non è il solo a Roma a assere stato rimesso in sesto da un privato. Il palazzo della Rinascente a via del Tritone, pochi passi più in là di piazza San Silvestro, è tornato a vivere dopo 11 anni di lavori e 250 milioni di investimenti, di cui una parte finalizzati al restauro dell’acquedotto Vergine, che si trova al piano interrato dell’edificio: un pezzo di archeologia romana inaugurato da Augusto nel 19 a.C. che alimentava anche Fontana di Trevi. All’Eur c’è anche il Palazzo della civiltà italiana, costruito per l’Esposizione universale del 1942 e poi rimasto pressoché inutilizzato. Dal 2015 la Fondazione Fendi ha dato nuovo impulso all’edificio, che oggi ospita il quartier generale della casa di moda francese e anche spazi visitabili dai romani. Oltre a un’area espositiva dove sono messi in mostra i capi Fendi utilizzati nel cinema, è stata aperta anche un’area dedicata alla proiezione di film. “Operazioni del genere hanno un valore enorme per Roma – dice al Foglio l’architetto romano Elena Rizzica – che rispetto a Milano resta ancora indietro. Gli interventi di riqualificazione dell’esistente costituiscono un valore aggiunto sia per la città sia per chi decide di investire in un luogo così ricco di storia”.

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